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Salta l’abolizione delle Province. Nel redditometro viaggi e leasing

Roma - Nei segnali di fumo che Palazzo Chigi e il Quirinale continuano a inviarsi c’è qualcosa che resta in sospeso ed è il contenuto del discorso, ossia la manovra. Certo, al momento, è il saldo: 24,9 miliardi di euro. Certa è la copertura vista la «bollinatura» della Ragioneria generale dello Stato.

Incerta è la forma, poiché alle osservazioni della presidenza della Repubblica si potrebbe rispondere, tra l’altro, con una sorta di «sdoppiamento» della manovra stessa con la parte di cassa inserita nel decreto e con le misure di carattere fiscale e quelle che hanno minore carattere di urgenza inserite in un disegno di legge ad hoc.
In particolare, i tagli agli enti di carattere storico e artistico e alle istituzioni di ricerca non hanno ottenuto il massimo del gradimento del Colle. E, in contatto con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, si cercano accordi. Insomma, si potrebbe replicare quanto già accaduto con lo stop alle mini-Province, trasferito in un batter d’occhio dalla manovra al Codice delle Autonomie. Anche la norma interpretativa sulle fondazioni bancarie, che attribuisce poteri di controllo al Tesoro (un vecchio pallino del ministro Tremonti), è oggetto di riflessione. Così come la fiscalità di vantaggio per le Regioni meridionali.

Più difficile il blocco degli accorpamenti di alcuni enti previdenziali (Ipsema e Ipost) a Inail e Inps. Si tratta di norme che hanno un immediato effetto economico ed è difficile che vi si possa rinunciare tout court lasciandole in balia degli «agguati» parlamentari.
Le trattative tra Quirinale e Presidenza del Consiglio lasciano comunque invariati i capisaldi. I tagli ai trasferimenti a Regioni, Province e Comuni (13 miliardi nel complesso), la riduzione dei superstipendi pubblici e il blocco di tre anni per i salari dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche. Analogamente non sarà modificata la decisione di chiudere le finestre pensionistiche nel 2010 lasciandone una soltanto.

Con il passare dei giorni l’attenzione si concentra sempre più su alcuni aspetti particolari della manovra come la lotta all’evasione fiscale. Il nuovo redditometro, ad esempio, si concentrerà su tre parametri fondamentali: il reddito dei componenti di un nucleo familiare, la loro residenza e le spese effettuate (viaggi di lusso, canoni di leasing, iscrizione dei figli a scuole private, ecc.). Da entrate dichiarate e spese effettuate il Fisco presumerà il reddito reale e se lo scostamento sarà superiore al 20%, partirà immediatamente l’accertamento con l’iscrizione immediata a ruolo della cartella.

Al contribuente toccherà l’onere della prova: sarà lui a dover dimostrare di essere in regola.

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