Il test doveva partire all’inizio di marzo. Al momento giusto però, la scelta è stata di cominciare ad aprile, visto che le temperature erano ancora basse e c’era il rischio di far slittare le auto. Ma il lavaggio strade antismog non partirà nemmeno il mese prossimo, perché da Amsa e Agenzia milanese per la mobilità che hanno studiato il sistema è arrivato uno stop a Palazzo Marino: le fogne non reggerebbero la portata dell’acqua, con il rischia di intasarle e allagare le vie di zona Loreto, il quartiere che Palazzo Marino aveva scelto per la sperimentazione. Quello che avviene nei casi di temporali più forti del solito è già una lezione sufficiente a scoraggiare l’amministrazione. E si affossa così una delle strategia contro lo smog che avevano messo a punto in piena emergenza da polveri sottili la Regione, il Comune e la Provincia nel vertice convocato al Pirellone prima della domenica a piedi del 31 gennaio e del «congelamento» della deroga Ecopass anche per i diesel Euro4. Era stato il presidente Guido Podestà in particolare a suggerire di prendere ad esempio Parigi e lavare le strade con l’obiettivo di impedire il sollevamento delle polveri depositate sulla carreggiata. «I tecnici - spiega l’assessore all’Ambiente Paolo Massari - hanno fatto un confronto tra Parigi e Milano, ma là ci sono rubinetti a tutti gli incroci e le strade sono in discesa, il nostro sistema fognario invece è già al limite, già quando ci sono forti acquazzoni i pozzetti intasati di foglie e fango non permettono all’acqua di defluire. Rischiamo di bloccare le fogne e allagare le strade». Non solo, «sembra che anche l’effetto stimato sul contenimento del Pm10 non sarebbe tale da giustificare la spesa».
Niente da fare dunque. Secondo il progetto già anticipato il mese scorso dal Comune, Amsa avrebbe utilizzato autobotti per versare tutte le notti acqua in piazzale Loreto, via Padova, via Costa, Leoncavallo, Brianza, viale Monza. Un mese di passaggi con gli operatori ecologici accompagnati dai tecnici dell’Amat, a registrare la «volatilità» delle polveri sottili prima e dopo. L’intenzione era di fare un bilancio di costi e benefici e decidere se estendere il provvedimento anche ad altri quartieri.
Buone notizie invece per l’aria che si respira.
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