Avete paura delle imperfezioni? Perché è una sindrome pericolosa

Ad esserne maggiormente colpite le donne, in quanto più vulnerabili a confronti e paragoni rispetto al sesso maschile

Avete paura delle imperfezioni? Perché è una sindrome pericolosa

Con il termine atelofobia, dal greco 'atèles' ovvero imperfetto e 'phóbos' cioè paura, si indica un disturbo di natura psicologica caratterizzato dalla paura delle imperfezioni in qualsiasi ambito della vita quotidiana (lavoro, relazioni interpersonali, scuola, aspetto fisico). Chi ne soffre va all'estenuante ricerca della perfezione e pertanto diventa molto critico nei confronti di tutto ciò che dice o fa, ritenendosi non sufficientemente all'altezza delle aspettative proprie ed altrui. Questa perenne insoddisfazione si traduce in uno stato d'angoscia che, come spesso accade per altre problematiche fobiche, genera manifestazioni somatiche come tachicardia, sudorazione, nausea e mancanza d'aria. La vita sociale e lavorativa di chi ne è affetto, spesso, subisce pesanti ripercussioni. L'atelofobia colpisce soprattutto le donne, in quanto maggiormente vulnerabili a paragoni e a confronti rispetto al sesso maschile.

Non sono ancora note le cause di quello che a tutti gli effetti è un disturbo d'ansia, esistono tuttavia fattori di rischio (ambientali, caratteriali, biologico-genetici) in grado di favorirne la comparsa. Non è raro che l'atelofobico abbia vissuto nel corso della sua vita esperienze traumatiche: ricordi dolorosi legati a una perdita o a un insuccesso, aspettative elevate di genitori o amici, altri eventi così negativi da essere impossibili da accettare. Tutte queste situazioni aumentano l'insicurezza e inducono l'individuo a incolpare se stesso del proprio fallimento, a sentirsi inadeguato e incapace. Talvolta questa convinzione deriva da reali pressioni esercitate da una persona cara al paziente. Contribuiscono all'atelofobia anche le relazioni sentimentali finite male e la tendenza caratteriale al perfezionismo.

Da un punto di vista emotivo la problematica provoca nel paziente uno stato di tensione continua. Eccitato e insonne, l'atelofobico è incapace di completare i progetti che si prefissa, poiché irraggiungibili o in quanto non ritiene di essere sufficientemente bravo. Precipita, così, in un circolo vizioso che accresce il suo pessimismo. I sintomi tipici dell'atelofobia, che variano da caso a caso, comprendono: irritabilità, bassa autostima, sensi di colpa, rabbia, tristezza. Il disturbo si manifesta, altresì, con una sintomatologia fisica: pianto, sudorazione profusa, mal di testa, sensazione di soffocamento, rigidità muscolare, brividi. Ancora mal di testa, vertigini, confusione, svenimento, nausea, vomito, secchezza delle fauci. In casi estremi il malato può sperimentare attacchi di panico di intensità variabile.

Se non diagnosticata e curata per tempo, la fobia può portare a suicidio, depressione, disturbi alimentari e schizofrenia. La terapia si basa sulla somministrazione di farmaci antidepressivi e ansiolitici e sulla scelta di un percorso psicoterapeutico mirato ad affrontare il problema alla radice.

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