Quando si parla di mal di testa si utilizza spesso il termine emicrania. Ma a che cosa si riferisce, precisamente, questa parola? E quale impatto ha l'emicrania sulla qualità della vita e a livello sociale? Ci sono importanti evoluzioni nello sviluppo di terapie per questa malattia? Abbiamo posto queste domande a uno dei massimi esperti italiani in materia, il prof. Piero Barbanti, responsabile del Centro per la diagnosi e terapia delle cefalee e del dolore dell'IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) San Raffaele Pisana di Roma.
Iniziamo da una breve overview sull'emicrania.
«L'emicrania - spiega il prof. Barbanti - è una malattia neurologica che colpisce soprattutto le donne, in un rapporto di 3 a 1. Rappresenta la seconda patologia più disabilitante del genere umano ed è in grado di condizionare in modo fortemente negativo affetti, relazioni, attività scolastica e lavorativa. È caratterizzata da attacchi ricorrenti di dolore di intensità da moderata a severa, associato a nausea e vomito ed a ipersensibilità a luci e suoni. Si tratta - continua il prof. Barbanti - di una vera tempesta che può protrarsi per 3 giorni consecutivi, annunciandosi già 12-24 ore prima con sensazione di malessere. Nonostante l'elevata prevalenza nelle donne e il forte impatto socio-economico dell'emicrania, recentemente dimostrato in uno studio del Cergas Bocconi, questa malattia resta sotto-riconosciuta e sotto-trattata, a causa del ritardo nella diagnosi e nell'accesso a terapie specifiche e del suo ancora mancato riconoscimento sociale».
Quali sono i trattamenti disponibili per l'emicrania?
«Oggi si possono suddividere in due gruppi principali: la terapia acuta, finalizzata a contrastare l'attacco emicranico alleviandone l'intensità tramite farmaci sintomatici, e la terapia di profilassi, che cerca di prevenirlo. Nello specifico, per la terapia di profilassi vengono utilizzati farmaci, come gli antiepilettici, gli antidepressivi, i betabloccanti e i calcioantagonisti, indicati per il trattamento di altre patologie e che si sono successivamente rivelati efficaci anche per l'emicrania, ma con importanti effetti collaterali e un elevato tasso di abbandono della terapia da parte dei pazienti».
Intanto è arrivata una nuova categoria di farmaci.
«Per la prima volta - conclude il prof. Barbanti - è stata sintetizzata una classe di farmaci specifici e selettivi per la prevenzione dell'emicrania: si tratta degli anticorpi monoclonali antiCGRP/CGRP-R (peptide correlato al gene della calcitonina). La caratteristica è di unire l'efficacia alla tollerabilità.
Erenumab è, al momento, la prima terapia mirata anti-CGRP approvata da FDA ed EMA ed è stata sviluppata specificamente per la prevenzione dell'emicrania; è da poche settimane disponibile in classe CNN (Classe Non Rimborsata) e la rimborsabilità da parte di AIFA potrebbe arrivare nel corso dell'anno».RCe