Coronavirus

La carica virale esplosiva di chi ha il virus e zero sintomi

A preoccupare, ora, è il numero dei portatori sani, che non sapendo di essere infetti espongono altri al contagio

La carica virale esplosiva di chi ha il virus e zero sintomi

Lavarsi bene (e di frequente) le mani, distanziarsi socialmente, evitare luoghi troppo affollati e quando è possibile rimanere nella propria abitazione. Per contenere la diffusione del nuovo coronavirus, oggi, almeno un terzo della popolazione mondiale è in lockdown, ovvero una serrata quasi totale di tutte le attività non essenziali, decisa dai governi, per fare in modo che meno persone possibili possano spostarsi e, potenzialmente, infettare altri cittadini. Ma, come riportato dal Corriere della sera, per numerose ricerche, arrivate da diverse parti del mondo (Italia compresa), tra i rischi maggiori per la diffusione della malattia ci sono gli asintomatici.

Il caso di Vo' Euganeo

In Italia, a far emergere con più evidenza il grado di "pericolosità" legato alle persone risultate positive ma senza alcun sintomo è stato il caso di Vo' Euganeo, in provincia di Padova, uno dei primi comuni a essere colpiti dalle infezioni da Covid-19. Dopo la segnalazione dei primi contagi, nel paese veneto, i 3mila abitanti sono stati tutti sottoposti a tampone e ne è risultato che la grande maggioranza delle persone venute a contatto con il nuovo virus, tra il 50 e il 75%, appariva come completamente asintomatica. Ma contagiosa.

Quanti sono gli asintomatici

Secondo quanto segnalato dal quotidiano, alcuni giorni fa, sul British Medical Journal, che ha elaborato i dati provenienti dalla Cina, il primo Paese a essere colpito dal nuovo coronavirus, dichiara che 4 pazienti su 5 sarebbero asintomatici. A fornire questo dato sono state le autorità sanitarie cinesi, che il 1° aprile avevano iniziato a pubblicare anche il numero di nuovi casi di persone prive di sintomi (i numeri, infatti, arrivano proprio dalle prime 24 ore di monitoraggio).

Il parere degli esperti

Nell'articolo pubblicato sulla rivista scientifica inglese si legge, infatti, che "molti esperti ritengono che casi inosservati e asintomatici di infezione da coronavirus possano essere un'importante fonte di contagio". Per arrivare a questa tesi, il British Medical Journal avrebbe fatto riferimento allo studio cinese, in cui sarebbero risultate senza sintomi 130 persone, su un totale di 166 identificate, cioè il 78%. La maggior parte dei 36 casi positivi e sintomatici, invece, avrebbero riguardato arrivi dall'estero (e quindi importati e fuori dalla Cina).

"Il virus è ovunque"

Tuttavia, l'epidemiologo e ricercatore onorario presso l'università di Oxford, Tom Jefferson, ha definito "molto importanti" i risultati raggiunti: "Il campione è piccolo e saranno disponibili più dati nei prossimi giorni, ma da quello che emerge è che il virus è ovunque". Citando il South China Morning Post, nell'articolo si legge come la Cina abbia già trovato più di 43mila casi di infezione asintomatica attraverso la tracciabilità dei contatti.

La Cina ha paura

E, secondo quanto segnalato dal quotidiano, sarebbe proprio l'elevato numero di persone senza sintomi a spaventare Pechino, che sembrava pronta a riaprire tutto e a tornare a una vita più o meno normale. In queste ore, la National Health Commission aveva annunciato che erano stati individuati 78 nuovi casi asintomatici rispetto ai 47 del giorno precedente. Quasi il doppio. E in Cina, in base a quanto si può ricostruire dalle dichiarazioni e dalle stime ufficiali, sarebbero 1.047 i casi asintomatici ancora sotto osservazione medica.

Stesso timore in America

E siccome la pandemia è diventata un problema globale, le stesse perplessità sono nutrite anche negli Stati Uniti dove, secondo il direttore dei Centers for Disease control and Prevention, Robert Redfield, 1 americano su 4 infetto resta asintomatico e coloro che diventano sintomatici sembrano diffondere il nuovo coronavirus già 48 ore prima di manifestare le prime avvisaglie della malattia. Secondo Redfield, questa sarebbe il motivo per cui "il virus si sta propagando tanto rapidamente": "Ci sono persone che stanno bene, ma che, in realtà, sono infettive".

Il problema dei portatori sani

In base a quanto emerso dai dati, i portatori sanni starebbero contribuendo, di fatto, all'esplosione dell'epidemia. Elemento che, in questo momento, non aiuta gli sforzi di contenimento globale. Anche Bill Gates, in un articolo pubblicato sul New England Journal Medicine, è intervenuto sul tema e ha scritto: "Covid-19 è molto difficile da contenere rispetto a Sars e Mers, diffusi solo da persona sintomatiche e dunque facilmente intercettabili".

La 20enne di Wuhan

La prima volta che si è parlato della pericolosità dei pazienti asintomatici è stato quando uno studio aveva segnalato il caso di una 20enne di Wuhan, che aveva trasmetto il Covid-19 a cinque membri della sua famiglia, senza che manifestasse alcun sintomo. L'Organizzazione mondiale della sanità, in un rapporto di febbraio, aveva scritto che la trasmissione da parte di asintomatici è relativamente rare e non sarebbe la principale via di trasmissione, sottolineando che la maggior parte delle persone risultate positive e asintomatiche ha, in realtà, sviluppato sintomi alcuni giorni dopo il tampone.

Trasmissione pre-sintomatica

Quando l'Oms ha inviato una squadra di medici in Cina per esaminare i dati, ha scoperto che il 75% delle persone inizialmente classificate come asintomatiche aveva sviluppato avvisaglie della malattia dopo i controlli. Il che potrebbe significare che è probabilmente la trasmissione pre-sintomatica a essere più frequente. Altre ricerche avrebbero confermato questi risultati. Un'analisi dei Cdc sui pazienti affetti da Covid-19 in una casa di cura nello Stato di Washington avrebbe rivelato che su 23 positivi, soltanto 10 avrebbero mostrato sintomi il giorno della diagnosi; altre 10, invece, avrebbero sviluppato sintomi una settimana dopo.

Gli (altri) studi asiatici

Uno studio uscito su Science, che ha utilizzato un modello statistico, ha stimato che in Cina l'86% dei contagi non era stata documentata prima del 23 gennaio e proprio questi casi sarebbero stati fonte di infezione per il 79% dei pazienti registrati. Un'altra ricerca, realizzata su un piccolo gruppo di giapponesi evacuati da Wuhan, ha evidenziato che il 30,8% di coloro che erano risultati positivi non mostravano sintomi. Un'analisi svolta a Singapore ha osservato che su 247 casi di coronavirus, dieci erano pazienti pre-sintomatici. Così, gli scienziati hanno sintetizzato che la maggior parte dei casi di trasmissione asintomatica avviene da uno a tre giorni prima che la persona manifesti le prime avvisaglie della malattia.

ll caso Diamond Princess

Lo stesso studio ha preso in esame anche i pazienti contagiati a bordo della nave da crociera Diamond Pricess, che a gennaio era stata messa in quarantena sulla costa giapponese: delle 3.711 persone a bordo, 712 sono risultate positive, ma al momento della diagnosi, la metà di loro era asintomatica. C'è poi anche un caso simile in IslandA, dove in una società di biotecnologia sarebbero state testate 9mila persone, scoprendo che la metà dei positivi non presentava alcuna avvisaglia della malattia.

Che pericolo rappresentano

Secondo quanto segnalato dal quotidiano, il pericolo rappresentato dai portatori sani è tutto legato allo stile di vita: non presentando alcun sintomo, spesso, continuano a lavorare, utilizzano i mezzi pubblici e frequentano persone esposte al virus. Perché, se da un lato esistono i casi conclamati, e cioè sottoposti a tampone e risultati effettivamente contagiati, dall'altro c'è il sommerso, un numero indefinito di persone che sfugge al sistema di controllo e costituisce un pericolo. Perché, di frequente, si ammalano a casa e non vengono sottoposti ai test.

I casi americani

Il quotidiano, che cita il Los Angeles Times, segnala anche che 45 coristi di un gruppo composto da 60 persone si sarebbero ammalate tre settimane dopo essersi incontrati per le prove, durante le quali avevano cercato di mantenere la giusta distanza di sicurezza. In quella circostanza, due cantanti sarebbero morti, ma mentre cantavano nessuno di loro aveva presentato sintomi. In base a quanto riportato dal Wall Street Journal, 14 tra giocatori e allenatori sono risultati positivi al Covid-19 e la metà di loro non presentava avvisaglie o segni di contagio alla diagnosi.

La carica virale

Ma sul fatto che le persone che non presentano i segni della malattia siano così "pericolosi", la comunità scientifica non presenta un unico pensiero. Tuttavia, un aspetto che pare più allarmante di altri nella trasmissione pre-sintomatica è il fatto che le persone possono rilasciare una carica virale maggiore nelle prime fasi dell'infezione, anche se in media occorrono cinque giorni per manifestare i sintomi. Una piccola ricerca su 30 pazienti svolta in due ospedali a Hong Kong ha scoperto che la carica virale dei pazienti raccolta in un campione di saliva ha raggiunto il picco durante la prima settimana di segni della malattia e poi è gradualmente calata. Al contrario, i pazienti affetti da Sars avevano la carica virale maggiore 7-10 giorni dopo la manifestazione dei sintomi.

"Il virus si trasmette facilmente"

"L'elevata carica virale nelle prime fasi del decorso di Covid-19 suggerisce che il virus può essere trasmesso facilmente, anche quando i sintomi sono relativamente lievi", hanno scritto gli autori della ricerca di Hong Kong. Un altro studio, in attesa di revisione, ma che dovrebbe uscire su Nature Medicine, avrebbe evidenziato risultati simili. La squadra di scienziati, guidata dal dottor Gabriel Leung dell'università di Hong Kong, ha scoperto che i 94 pazienti esaminati "avevano un'alta carica virale nei tamponi al momento in cui insorgevano i sintomi".

I bambini

Chi, potenzialmente, rappresenta un altro "pericolo" sono i bambini, anch'essi spesso asintomatici. I più piccoli, infatti, finora sono stati quelli che si sono ammalati meno degli altri o con sintomi leggeri.

Uno studio pubblicato su Lancet ha esaminato 36 casi di bambini ricoverati in Cina: la metà di loro presentava segni lievi della malattia o proprio non ne aveva e un altro studio, in attesa di revisione, ha mostrato che anche il 56% dei 700 bambini infetti manifestava sintomi leggeri.

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