Coronavirus

Covid-19, cosa succede quando finisce l'effetto dell'antivirale

Anche con la terapia antivirale, il Covid-19 può tornare a infettare l'organismo. Ecco cosa dice lo studio israeliano e perché il farmaco non va preso una seconda volta

Covid, cosa succede quando finisce l'effetto dell'antivirale

Come abbiamo visto sul ilGiornale.it, da alcuni mesi è ormai disponibile la pillola anti-Covid Paxlovid, prodotta da Pfizer. Se utilizzata nelle primissime fasi della malattia (dopo diventa inutile), può prevenire ospedalizzazione e forme gravi della malattia nei soggetti più deboli ed esposti. Il farmaco va utilizzato "sempre nell’arco dei primi sette giorni di infezione: oltre non serve nulla di tutto questo, questa cosa deve essere chiara", aveva affermato Massimo Galli, ex direttore del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano. Bisogna però sapere che, anche i pazienti che si sono curati con Paxlovid, possono tornare a infettarsi successivamente.

Cosa dice lo studio

Secondo uno studio israeliano pubblicato su Research Square, se da un lato cura la malattia e la persona guarisce, non è detto che non ci si possa riammalare alcune settimane o mesi dopo un po' come accade anche per i vaccinati e coloro i quali hanno avuto già il "primo" Covid (varianti Alfa, Delta). I numeri presi in esame sono molto alti: quasi 110mila persone colpite dal virus nei due mesi tra il 9 gennaio e il 10 marzo 2022, quindi con la variante Omicron. Tra questi c'è chi è guarito defitivamente e chi, poi, si è ammalato di nuovo. Come ricorda laRepubblica, poi, lo studio ha mostrato come, una fascia di over 65 non curate con Paxlovid, sia stata costretta all'ospedalizzazione, tre volte più alta di chi ha ricevuto il farmaco. Nei giovani, invece, non sono stati mostrati benefici evidenti (fascia d'età 40-64 anni).

Perché ritorna l'infezione

Ci si chiede perché, nonostante la cura, Sars-CoV-2 possa tornare a manifestarsi: alcuni medici hanno ipotizzato che con la riduzione della carica virale, "il farmaco diminuisca lo stimolo rivolto al sistema immunitario che quindi non sarebbe attivato a sufficienza per eliminare del tutto l'infezione". Ecco perché senza la "barriera" offerta dal Paxlovid, il Covid-19 può tornare a svilupparsi. Tuttavia si tratta soltanto di ipotesi, uno studio specifico sulla problematica con risultati evidenti ancora non c'è. Ma ci sarebbe anche una seconda ipotesi: Il virus riuscirebbe a nascondersi all'interno dell'organismo riuscendo a stare "riparato" per tutto il periodo del trattamento e, una volta concluso, riprendere vigore. Sia chiaro: si tratta di comunque lievi disturbi ma tali da far risultare positivo il test a un tampone.

Il farmaco non va ripreso

La domanda sorge spontanea: se dopo aver preso il farmaco il Covid ritorna, bisognerebbe ricominciare un altro ciclo di terapia? Gli studiosi hanno affermato che "non sembra necessario ricominciare ad assumere l'antivirale, né prolungare la durata del trattamento per prevenirne il ritorno". Gli esperti hanno ribadito i vantaggi offerti dalla cura "nelle persone ad alto rischio di progressione della malattia, in cui sembra ridurre di quasi il 90% la possibilità di ricovero e morte". Già da mesi la stessa Oms ha raccomandato "fortemente l'utilizzo di Paxlovid nel trattamento precoce degli individui positivi, ma ad alto rischio di progressione verso forme gravi di Covid".

Nello specifico, si tratta di due antivirali, il Nirmatrelvir e il Ritonavir, che vanno assunti per bocca: il loro principio è quello di bloccare la proteina Spike che va a infettare le cellule provocando l'infezione e prolungarne i tempi d'efficacia.

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