Coronavirus

Covid, spunta un altro studio: "Rimane attivo sulla pelle più del virus influenzale"

Lo studio, condotto da ricercatori giapponesi, è stato pubblicato sulla rivista Clinical Infectious Diseases. Ecco cosa dice

Covid, spunta un altro studio: "Rimane attivo sulla pelle più del virus influenzale"

Aumentano i casi da Covid in Italia. A fronte di 165.837 tamponi processati (il record di sempre), nella giornata di ieri 17 ottobre si sono registrati 10.925 positivi per un totale di 402.536 da inizio pandemia. 47 le persone che non ce l'hanno fatta. A destare preoccupazione sono i ricoveri in terapia intensiva saliti di 67 unità e quelli in regime unitario, 439 in più. In queste ore il governo, con il supporto del Comitato tecnico scientifico, sta valutando nuove misure per fronteggiare l'emergenza e per arginare quanto più possibile i contagi. Chiusura anticipata di bar e ristoranti e massimo 6 persone per tavolo, limitazioni per palestre e piscine, blocco di tutti gli sport da contatto. Ancora riduzione della capienza consentita del trasporto pubblico, smart working al 75% e inizio delle lezioni alle 11 per gli studenti delle scuole superiori. L'obiettivo del nuovo Dpcm, che conferma l'obbligo di indossare la mascherina al chiuso e all'aperto, è quello di giungere a una linea univoca su tutto il territorio. Tuttavia le regioni dove l'indice di contagio è più alto (ancora una volta Lombardia, Campania, Piemonte e Toscana) possono emanare in autonomia ulteriori provvedimenti restrittivi.

Uno degli aspetti maggiormente ansiogeni del Covid è senza dubbio la sua imprevedibilità e il fatto che dello stesso non si ha ancora una conoscenza definitiva. A confermare ciò arriva uno studio pubblicato sulla rivista "Clinical Infectious Diseases". I ricercatori giapponesi che lo hanno condotto, testando la pelle raccolta da campioni prelevati dalle salme durante le autopsie, hanno scoperto che il coronavirus sopravvive e rimane attivo sulla cute umana per nove ore. Una bella differenza rispetto al patogeno responsabile dell'influenza che, al contrario, resta sul derma per nemmeno due ore. "La sopravvivenza del SARS-CoV-2 sulla pelle aumenta il rischio di trasmissione per contatto - affermano gli scienziati - tuttavia l'igiene delle mani può ridurre questo rischio". Gli esperti ricordano, infatti, che sia il Covid che il virus dell'influenza vengono inattivati in 15 secondi dall'applicazione di etanolo contenuto nei vari disinfettati per le mani.

Nonostante la rifessione proposta dal dottore Andrew Camp circa gli effetti collaterali degli igienizzanti, è stato dimostrato che, oltre ai prodotti a base di etanolo, sono efficaci anche quelli composti da ammoni quaternari o da miscele di più principi attivi. Le soluzioni alcoliche a concentrazioni più elevate, al contrario, vengono considerate inutili in quanto le proteine sono difficilmente denaturabili in assenza di acqua. Ma sulle superfici quanto resiste il Covid? In condizioni sperimentali si è osservato che i materiali più favorevoli alla persistenza del coronavirus sono le plastiche e l'acciaio inossidabile. Nel caso della plastica il patogeno può sopravvivere fino a 72 ore. 48 sono le ore entro cui è in grado di rimanere attivo sull'acciaio. Tuttavia la carica infettiva sui suddetti materiali si dimezza dopo circa 6-7 ore. Rame e cartone sono, invece, le superfici che consentono una minore persistenza del Covid.

Si è infatti constatato un abbattimento completo dell'infettività dopo 4 ore per il rame e 24 ore per il cartone.

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