Luigi CucchiLotta al dolore. Molta strada è stata percorsa da quando, nel 2001, sono state tracciate le linee guida del progetto «Ospedale senza dolore». Allora si decise di creare, in ogni azienda sanitaria un comitato (un referente della direzione, esperti della terapia del dolore, specialisti nel trattamento post-operatorio).Nei giorni scorsi a Napoli (dal 10 al 12 dicembre) il XIV Congresso nazionale della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) ha analizzato i progressi registrati e le reali prospettive di ulteriori avanzamenti terapeutici.Dai molti studi presentati è apparso che nonostante il sesso femminile sia più soggetto a condizioni cliniche di dolore cronico questo viene spesso misconosciuto e non adeguatamente trattato. Le donne lamentano un'intensità di dolore maggiore pur avendo una elevata soglia di tolleranza. Le cause di queste differenze sono sia psicosociali che biologiche. Tra queste ultime, importanti risultano le differenze anatomiche e ormonali.«Il dolore - ha precisato il professor Antonio Corcione, presidente della società scientifica Siaarti - è un'esperienza complessa, che deriva dall'integrazione di componenti fisiche, psichiche e socio-culturali. Sono rilevanti le dimensioni corporee e lo spessore della cute, l'ansia, la depressione, elementi che possono differire in modo sostanziale nell'uomo e nella donna. Anche fattori sociali e culturali hanno un impatto significativo. Le donne hanno una probabilità più bassa di ricevere le terapie adeguate a causa di una certa carenza nella comprensione o nell'accettazione di quelle differenze biologiche tra maschi e femmine. Le diversità possono essere spiegate dal variabile e complesso assetto anatomico e ormonale. La ricerca ha indicato con certezza che, in genere, nelle condizioni dolorose croniche le donne presentano un dolore più intenso e più persistente rispetto agli uomini».Un aspetto contrastante è rappresentato dal dolore post-operatorio: le donne hanno bisogno di differenti dosi di morfina per raggiungere l'analgesia. «In molti studi effettuati si e visto che i maschi consumavano circa 2,4 volte più oppioidi rispetto alle femmine. I maschi necessitano di almeno il 60% in più di morfina delle donne per ottenere lo stesso sollievo dal dolore. Tra i due sessi sono numerose le differenze di risposta alla terapia analgesica per due classi di agenti analgesici molto importanti: gli antinfiammatori e gli oppioidi. I farmaci antinfiammatori non steroidei aggiunge il professor Corcione - sono ampiamente usati per trattare problemi di dolore acuto e cronico. Lo studio dell'effetto dell'ibuprofene, un importante antiinfiammatorio non steroideo ampiamente usato per la sua capacita di ridurre il dolore, ha dimostrato che l'effetto analgesico era presente nei maschi ma non nelle femmine. La differenza di genere non poteva essere attribuita alla dose del farmaco. Nello studio del dolore per molti anni si e sostenuto che i pazienti sofferenti di dolore fossero solo maschi giovani. Solo agli inizi degli anni Novanta, il lavoro svolto da ricercatori come Karen Berkley, ha introdotto questo aspetto negli studi sul dolore.
La differenza a livello clinico tra maschi e femmine, la presenza cioè di molte più donne sofferenti di dolore cronico che uomini, ha spinto i ricercatori a considerare il fattore sesso e l'influenza degli ormoni gonadici e del sistema nervoso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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