Salute

Glaucoma, trovata terapia in grado di ringiovanire la retina

Una speranza per questa malattia giunge da una ricerca condotta dagli studiosi della Harvard School of Medicine, pubblicata sulla rivista scientifica Nature

Glaucoma, trovata terapia in grado di ringiovanire la retina

Con il termine glaucoma si indica un gruppo eterogeneo di patologie, caratterizzate dall'aumento della pressione endoculare. In Italia ne soffrono circa due milioni di persone, la maggior parte delle quali sono del tutto inconsapevoli.

Con un'incidenza superiore al Nord, colpisce soprattutto i soggetti con più di 40 anni. Oltre i 60 anni il rischio è doppio, dopo i 70 aumenta fino a cinque volte. Una speranza giunge però da una ricerca condotta dagli scienziati della Harvard Medical School (Usa) e pubblicata sulla rivista Nature.

Grazie alla terapia genica, gli studiosi hanno ripristinato le cellule oculari invecchiate, dando così nuova vita alla retina. Tramite specifici strumenti, il team ha utilizzato tre geni che ristabiliscono la giovinezza, per la precisione: Oct4, Sox2, Klf4. Insieme ad un quarto, non oggetto del lavoro, essi vengono definiti "fattori Yamanaka" e sono normalmente attivi durante lo sviluppo embrionale.

Con pazienza, il trattamento ha permesso la rigenerazione dei nervi ottici provocata dal glaucoma. Inoltre, la terapia genica in questione si basa su una nuova teoria sull'invecchiamento centrata sulla metilazione del DNA. Al fine di eseguire compiti specializzati, le cellule devono leggere solo geni specifici per il loro tipo. Tale funzione regolatrice è affidata all'epigenoma che, tuttavia, con lo scorrere del tempo, si modifica. In particolar modo, lega a sé erroneamente gruppi metilici e induce così le cellule a decodificare i geni sbagliati.

Non è ancora chiaro se la metilazione del DNA determini i cambiamenti legati all'età all'interno delle cellule. Ipotizzando che ciò avvenga, i ricercatori hanno "cancellato" alcuni segni di questo fenomeno e constatato che questa tecnica potrebbe davvero portare indietro l'orologio biologico. «Se confermati con ulteriori studi - spiega David Sinclair coordinatore della ricerca - questi risultati potrebbero essere decisivi per la cura delle malattie della vista legate all'età come il glaucoma e in generale per la biologia e la terapia medica».

In cosa consiste questa patologia? All'interno del bulbo scorre il cosiddetto umor acqueo. Questo liquido, come suggerisce il nome, assomiglia all'acqua e assicura il nutrimento a strutture oculari fondamentali, circola continuamente all'interno del bulbo ed esce attraverso specifiche vie di reflusso. Quando queste ultime si ostruiscono, aumenta il rapporto tra umore acqueo prodotto ed eliminato. Ne consegue che la pressione all'interno del bulbo cresce, superando i valori normali di 14-16 mmHg.

Un incremento pressorio importante o che perdura nel tempo è in grado di danneggiare il nervo ottico. Il glaucoma è un disturbo subdolo. Spesso, infatti, non si manifesta con alcun sintomo e ci si accorge della sua presenza solo quando la vista è irrimediabilmente compromessa. Il danno, che inizialmente interessa solo la visione laterale, passa inosservato per poi palesarsi con la perdita di gran parte della visione.

Fattori di rischio del glaucoma includono: ipertensione oculare, diabete, miopia, emicrania, traumi oculari pregressi, familiarità e utilizzo prolungato di alcuni farmaci, come i cortisonici.

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