Salute

Si allarga l'allarme Ranitidina: "Testare tutti i farmaci in commercio"

In via precauzionale, le aziende devono verificare la presenza nei farmaci di nitrosammine, che hanno causato il ritiro della ranitidina

Si allarga l'allarme Ranitidina: "Testare tutti i farmaci in commercio"

L'Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha chiesto, in via precauzionale, che tutte le aziende testino i farmaci autorizzati al commercio, per la possibile presenza di nitrosammine, le sostanze cancerogene che hanno spinto l'Aifa a ritirare dei lotti di ranitidina.

La richiesta dell'Ema è stata fatta a titolo puramente precauzionale e riguarda tutti i farmaci che contengono principi attivi sintetizzati chimicamente, compresi i medicinali generici e da banco. E, nel caso tali sostanze vengano rilevate, "i detentori dell'autorizzazione all'immissione al commercio devono informare le autorità rapidamente per poter prendere i provvedimenti regolatori più appropriati". Le nitrosammine sono risultate pericolose, perché classificate come probabili agenti cancerogeni per l'uomo e un'assunzione a lungo termine a questa sostanza può aumentare il rischio di contrarre un tumore.

La priorità, sempre su indicazione dell'Agenzia europea, dovrebbe essere data ai diversi farmaci, tenendo conto di alcuni fattori, come la dose massima giornaliera assunta, la durata del trattamento, l'indicazione terapeutica e il numero di pazienti trattati. Il controllo dovrà essere concluso nel giro di 3 anni.

"Sono contento che i controlli abbiano funzionato al meglio", consentendo di mettere in luce la presenza di alcune impurità potenzialmente cancerogene prima in lotti di sartani e poi di ranitidina. E l'Ema "fa bene a intensificarli, affinché ci sia l'assoluta certezza che i farmaci siano sicuri- ha detto all'AdnKronos Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria-La cosa più importante, anche più dell'efficacia, è la sicurezza dei nostri prodotti".

"È una buona iniziativa quella di fare controlli che comunque sono precauzionali- ha detto all'agenzia il farmacologo Silvio Garattini-d'altra parte desta anche un pò di sorpresa che questo tipo di test non venga fatto a priori, in modo regolare, su tutte le materie prime che vengono utilizzate e sui prodotti finiti". L'esperto ha spiegato che il ritiro di alcuni farmaci, per la presenza di sostanze potenzialmente cancerogene, "non ha niente a che fare con il farmaco in sé: sono delle impurità, ma quando si preparano delle materie prime, quando poi i prodotti vengono messi in compresse e fiale, ci dovrebbe essere un controllo per eventuali impurità cancerogene.

Meraviglia che non venga fatto a monte e che ci sia il bisogno di farlo ora".

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