Una macchina chiamata corpo

La passione per la bici contagia una sempre più larga fetta di italiani. Un popolo di appassionati che non teme di affrontare su due ruote anche i climi rigidi e i fondi stradali insidiosi della stagione più fredda. Negli ultimi anni, però, sono sempre di più i pazienti che arrivano nel mio studio con traumi dovuti a cadute dalla bici, avvenute proprio in questi mesi.Le conseguenze: contusioni, ematomi muscolari, ferite lacero-contuse, abrasioni, ma anche lussazioni e fratture a carico delle spalle e degli arti inferiori.Per quanto riguarda le fratture, tra le evenienze sgradite più frequenti c'è quella del femore, causata proprio dalla difficoltà di «sganciare» in tempo il piede dal pedale. Chi va in bici seriamente è abituato a compiere questo gesto con gran rapidità, ma la presenza di una lastra di ghiaccio richiede una velocità e una reattività ancora maggiore. Per evitare le conseguenze più negative, consiglio innanzitutto di allentare la molla che regola il meccanismo dello sganciamento rapido, in modo da accorciare il tempo necessario per liberarsi. A volte, proprio nel tentativo di sganciare il piede dal pedale dopo una caduta, possono verificarsi le fratture rotulee e/o le distrazioni dei legamenti del ginocchio.Il comportamento da tenere in caso di cadute con un trauma di questo tipo, consiste nell'evitare spostamenti dal luogo dell'incidente e chiedere aiuto ai compagni di «giro». Mai sottovalutare le cadute con traumi alla testa: se l'impatto è violento, sul fondo stradale o contro recinzioni o marciapiedi, il ciclista deve essere soccorso immediatamente cercando di fare attenzione alla mobilizzazione del rachide cervicale; in casi dubbi recarsi subito nel più vicino Pronto soccorso. Fortunatamente, però, nella maggior parte dei casi, le cadute determinano voluminosi e dolorosi ematomi, e il trattamento consigliato in tali situazioni è il ghiaccio, l'utilizzo di pomate che favoriscono il riassorbimento degli ematomi e il riposo dell'arto. È importante ricordarsi che esistono tecniche di caduta per prevenire gli infortuni. Il primo concetto da tenere sempre in mente è quello di abbandonare la bici nel momento della caduta. Mai tenersi aggrappati alla bici: cadere con essa significa atterrare con parti del corpo che non sono gli arti e, quindi, esporre il nostro corpo a notevoli rischi di lesioni.Insomma, bici sì, anche nei mesi più rigidi, ma con piccoli «trucchi» e tanta attenzione. Infine, una parte importante nelle escursioni su due ruote è riservata all'attrezzatura. Per limitare i pericoli, è necessario che la bici sia perfettamente mantenuta, con le gomme adatte al terreno che si vuole percorrere.

E, anche per i ciclisti, un abbigliamento tecnico adeguato, a cominciare dal casco - sempre obbligatorio -, ginocchiere per i bikers più «estremi», guanti e tutto ciò che è necessario per proteggerci.*Aiuto responsabile unità operativaOrtopedia e Traumatologia dello SportIstituto Clinico Humanitas

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