Una macchina chiamata corpo

Per rigenerarsi e rinfrancarsi dall'afa della città, soprattutto, ma anche per affrontare al meglio e più in fretta possibile le problematiche relative a un intervento subito, approfittando di un ambiente più rilassato e divertente per fare quegli esercizi necessari a superare con tranquillità il tanto temuto periodo post-operatorio. Dall'artroprotesi alle ricostruzioni legamentose, fino alle meniscectomie, ma anche fratture, distorsioni, lussazioni, algie vertebrali, discopatie, artrosi e affezioni reumatiche.

Ecco gli ambiti in cui si riscontrano maggiormente gli effetti benefici del mare, della piscina e dei ruscelli di montagna per la riabilitazione motoria. All'aria aperta e immersi nella natura, a seconda delle singole esigenze, per rieducare la parte lesa si può optare per un miracoloso percorso kneipp in montagna, per una lunga passeggiata in riva al mare, per un'efficace sessione di hydrobike o per una lezione di «woga», l'originale versione dello yoga in acqua. Praticata nell'antichità, l'idrokinesiterapia è infatti sempre più consigliata per superare traumi o per curare e prevenire diverse patologie, soprattutto ortopediche.

Sicura e tempestiva rispetto al recupero del paziente, la rieducazione in acqua ha diversi vantaggi, come il cosiddetto glove effect. È l'effetto guanto, così chiamato dagli americani. Si intende la possibilità di sfruttare il fatto che in acqua ci si muove in scarico, potendo sfruttare la diminuzione del peso corporeo. Una condizione che consente di evitare problematiche importanti, quali infiammazioni o affaticamento, che possono verificarsi quando si praticano invece esercizi a terra, che decisamente rallentano e prolungano il recupero. Ancora, il minor effetto della forza di gravità agisce anche sulla psicologia del paziente, che non sentendo dolore nel muovere l'arto traumatizzato, non mette in atto quei meccanismi inconsci di protezione della parte stessa, e anzi, riesce a prendere sempre più sicurezza nello svolgere movimenti più ampi possibile. Ultimo aspetto è che per fare esercizi efficaci in acqua, non serve saper nuotare.

Niente paura, quindi, la riabilitazione è di fondo un insieme di «spinte gentili»: prevede di fermarsi là dove ancora si tocca e, ove necessario, di potersi persino aiutare con galleggianti, come giubbotti, braccioli o tubolari.

*Specialista in ortopedia e traumatologia

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