Salute

Malattie, le differenze di genere contano

La Società italiana di pediatria ha diffuso la prima guida alle differenze di genere nella cura dei piccoli: tener conto delle specificità di ciascun sesso rispetto alla salute può portare a migliorare prevenzione e trattamento delle patologie

Maschi e femmine diversi anche nelle malattie

Maschi e femmine non sono uguali di fronte alle malattie. Sin dalla nascita i due sessi sono molto diversi in termini di prevalenza di patologie, decorso clinico e prognosi.

Alcune differenze si manifestano fin dalla venuta al mondo, mentre altre diventano più evidenti con la crescita o addirittura in età adulta. Conoscerle significa curare meglio e fare una prevenzione più efficace.

La guida

La Sip, Società italiana di pediatria, in occasione del 77° congresso italiano di pediatria svoltosi a Sorrento nei giorni scorsi, ha pubblicato la prima guida alle differenze di genere tra bambini e adolescenti. Lo scopo, come si legge nel documento frutto del contributo di molti esperti in varie specialità, è quello di "conoscere le differenze che fanno la differenza".

Si tratta di un aiuto concreto per i genitori, e non solo, affinché possano orientarsi nel campo della medicina dedicata ai più piccoli. Screening mirati, prevenzione e trattamenti specifici potrebbero permettere di ridurre le complicanze e di migliorare la prognosi delle patologie.

Plurime sono le distinzioni tra maschi e femmine riportate nella guida. I neonati maschi ad esempio hanno un rischio addirittura doppio rispetto alle neonate di essere colpiti da una forma grave di bronchiolite, malattia infettiva dovuta in prevalenza al virus respiratorio sinciziale che ha suscitato non poco allarme lo scorso autunno.

La possibilità invece di andare incontro ad una pubertà precoce attiene soprattutto al sesso femminile, con una possibilità da 10 a 20 volte superiore rispetto ai maschi. Femmina è pure la scoliosi dato che l'incidenza di tale condizione è sino a sette volte maggiore nelle bambine che nei bambini. I maschi invece soffrono maggiormente di disturbi dello spettro autistico, quattro volte più frequenti che nelle femmine.

Displasia dell'anca, celiachia, disturbi del comportamento alimentare sono prevalentemente femminili. Malattia di Kawasak e malattie epatiche associate a disfunzione metabolica sono soprattutto maschili. Così come l’influenza: quest'ultima colpisce maggiormente il sesso maschile, anche se le femmine hanno maggiore probabilità di contrarre malattie gravi a decorso infausto.

Non solo. Anche in termini di risposta alle vaccinazioni le disuguaglianze non mancano. Le femmine infatti sviluppano risposte immunitarie innate e acquisite più intense rispetto ai maschi. Tale dato, secondo la guida, sarebbe alla base anche di una diversa risposta ai vaccini: nelle donne si raggiungono titoli di anticorpi protettivi in risposta ai vaccini significativamente più elevati che negli uomini.

"Gli esempi pratici che dimostrano l'impatto del genere e l'importanza di un approccio clinico al bambino opportunamente orientato sono numerosi sin dall'età fetale e post-natale", ha scritto nella guida Isabella Tarissi de Jacobis, segretario del gruppo di studio sulla medicina di genere. "In pediatria – ha aggiunto - vi sono in letteratura dati, seppure ancora limitati, che indicano la presenza di specificità nei due sessi. Le statistiche e i numeri non ci spiegano ancora se la causa di queste diversità risieda in fattori genetici, metabolici, ormonali, ambientali o in altro ancora.

Sensibilizzare non solo i medici, ma anche i genitori, a questo nuovo approccio può creare la giusta sinergia affinché diventi sempre più concreto un percorso clinico differenziato e indirizzato al genere".

Commenti