Salute

Meningite, come contrastare il contagio

Nuovi casi di meningite da meningococco si sono verificati in Italia. Il batterio colpisce in tempi ridotti e aree geografiche ristrette. Il Sistema Sanitario Nazionale raccomanda di sottoporsi alle vaccinazioni raccomandate per preservare sé stessi e la comunità

Meningite, come contrastare il contagio

In Italia si sono registrati nuovi casi di meningite da meningococco.

Sono concentrati in aree geografiche specifiche. Dopo la Toscana, qualche anno fa, ora sembra la volta della Lombardia. Il batterio colpisce sotto forma di micro-epidemie che compaiano in tempi ridotti e in aree geografiche ristrette. Pur essendo sostanzialmente stabile, in caso di "pressione immunologica", ossia in presenza dei specifici meccanismi di controllo immunitario da parte dell’ospite, è capace di attuare una serie di impercettibili trasformazioni genetiche. Questa sua capacità contribuisce a renderlo particolarmente “virulento” e temuto. Rispetto al batterio comune questo ceppo può assumere la capacità di oltrepassare con maggior facilità la barriera ematoencefalica. Così facendo provoca gravi meningiti e sepsi.

Ovviamente questi batteri "trasformati" sono molto più rari ma molto invasivi. In Italia i numeri di diffusione rimangono sempre bassi. Secondo il Servizio Sanitario Nazionale la vaccinazione è utile sia per il singolo che per la comunità. Permette infatti di limitare efficacemente il numero dei potenziali ospiti del meningococco. I medici consigliano comunque di sottoporsi anche ad altre utili vaccinazioni per germi diversi però capaci di provocare la meningite, come lo pneumococco e l' Haemophilus influenzae di tipo B. Meno preoccupanti sono invece le meningiti di origine virale.

L’ attenzione si deve concentrare sui contatti diretti della persona che ha sviluppato la malattia. Una volta rintracciati devono necessariamente sottoporsi ad una terapia antibiotica bene monitorata. Bisogna infatti accertarsi che nei dieci giorni seguenti il primo caso di contagio, non sviluppino i sintomi. Per contatti diretti si intendono persone che sono state davvero fianco a fianco per qualche tempo, magari a scuola o al lavoro, con chi ha sviluppato l'infezione. Attenzione a non drammatizzare Ma soprattutto, non bisogna pensare alla vaccinazione solo in caso di allarme.

Il Sistema Sanitario Nazionale raccomanda fermamente di sottoporsi alle vaccinazioni raccomandate. Non bisogna dimenticarsi che il ciclo per il meningococco B si chiude tra il 13esimo e il 15esimo mese di vita, quando si fa anche la prevenzione vaccinale per il meningococco C. Inoltre si raccomanda di proteggersi anche durante la fase dell’adolescenza, precisamente nell’età tra i 12 e i 18 anni. In questo periodo specifico bisogna sottoporsi al vaccino quadrivalente che protegge contro i ceppi C, A, W, Y. Potrebbe servire da richiamo per chi è stato vaccinato per il ceppo C.

Infine si consiglia di preservare anche chi soffre di particolari malattie senza esagerare con l’ansia e l’emotività che possono creare solo falsi allarmismi.

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