Salute

Misconosciuti i disturbi dell'intestino irritabile

Luisa Romagnoni

Dolore addominale, gonfiore e stipsi o diarrea. Sono sintomi ben precisi della sindrome dell'intestino irritabile (Ibs), impropriamente chiamata colite. Non un semplice mal di pancia, ma una condizione patologica, ampiamente diffusa nelle sue diverse manifestazioni, alcune delle quali di estrema gravità e forte impatto sullo stato di salute e sulla qualità di vita. Riguarda oggi circa 6milioni di italiani, 2milioni dei quali affetti da forme più gravi. Richiede più attenzione. Nei giorni scorsi a Roma è stato presentato Ibscom, il primo «Comitato per la sindrome dell'intestino irritabile», che ha l'obiettivo di favorire la conoscenza, la diagnosi e l'accesso alle terapie per l'Ibs. «La sindrome dell'intestino irritabile, non è solo un malessere o un sintomo, ma una vera e propria patologia, non ancora riconosciuta», sottolinea la senatrice Emanuela Baio, vicepresidente dello stesso Comitato. «Vofliamo dar voce alle persone che vivono il disagio psicologico di una condizione che loro stessi non riconoscono come malattia». La diagnosi di Ibs, secondo una recente indagine Censis, infatti, non di rado è tardiva perché la patologia inizialmente è sottovalutata dagli stessi pazienti e perché i suoi sintomi sono spesso contrastati in modo inadeguato con l'autocura. Un quadro complesso, se si pensa che solo il 5 per cento dei pazienti con Ibs-c (la forma caratterizzata dalla costipazione), si rivolge in prima battuta al gastroenterologo. «È importante che il Servizio sanitario nazionale, nel fare le proprie valutazioni, oltre a tenere nella giusta considerazione le patologie più gravi e quindi degne della massima attenzione, dedichi adeguata attenzione anche a quelle problematiche sanitarie, come la Sindrome dell'intestino irritabile», sottolinea Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto superiore di sanità. La sindrome Ibs-c ha poi un impatto molto pesante sulla vita quotidiana ed è spesso causa di assenteismo dal lavoro, oltre a influenzare la condizione psicologica del paziente.

Un sollievo importante rispetto a queste forme più severe, potrebbe venire da terapie con azione mirata che interferiscono con i sintomi del dolore e della stipsi.

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