Salute

Pielonefrite acuta, i sintomi da non sottovalutare

Se trattati in maniera adeguata, i segni clinici tendono a regredire nell'arco di due settimane

Pielonefrite acuta, i sintomi da non sottovalutare

Pur potendo interessare soggetti di qualsiasi età e sesso, la pielofrenite acuta colpisce prevalentemente le donne e i bambini. Le prime, oltre ad avere un'uretra più corta rispetto agli uomini, sono più soggette alle modificazioni ormonali e ai traumi durante i rapporti sessuali. I secondi, invece, presentano con maggiore frequenza il cosiddetto fenomeno del reflusso vescico-ureterale. La pielonefrite acuta è un'infiammazione localizzata che interessa la mucosa del bacinetto renale e il rene. Spesso è causata dal propagarsi di un processo flogistico sostenuto da patogeni appartenenti alla flora batterica intestinale in grado di arrivare all'organo attraverso la via ascendente della vescica, quella ematica e quella linfatica. L'evoluzione della malattia è benigna. Se trattati in maniera adeguata, i sintomi tendono a regredire in circa due settimane.

La pielonefrite acuta è causata dalla presenza di batteri nelle urine in numero elevato. La maggior parte dei casi è dovuta a microrganismi intestinali che penetrano nel tratto urinario, ad esempio l'Escherichia coli (70-80% dei casi) e l'Enterococcus faecalis. Le infezioni contratte in ospedale possono essere legate a batteri coliformi, enterococchi e organismi meno comuni (Pseudomonas aeruginosa, Klebsiella). Solitamente il disturbo inizia come infezione alle basse vie urinarie (cistite, prostatite). L'Escherichia coli è in grado di invadere le cellule 'ad ombrello' della vescica per dar vita a colonie batteriche intracellulari. Vi sono poi fattori di rischio associati ad alterazioni anatomiche-funzionali (difetti strutturali del tratto urinario, tumori, ipertrofia prostatica, danni neurologici alla vescica), a cateterizzazione, alla gravidanza, a incompleto svuotamento vescicale e a patologie varie (immunodepressione, diabete mellito, iperuricemia).

La pielonefrite acuta esordisce rapidamente, con sintomi che si sviluppano nell'arco di alcune ore o dopo un giorno. Il paziente accusa malessere generale, minzione dolorosa, algia addominale (unilaterale o bilaterale) che si irradia lungo il fianco verso la parte posteriore, vomito e nausea. Talvolta compare la febbre in maniera brusca, con brividi violenti, affaticamento, debolezza e anoressia. Tipico il dolore lombare (a livello di uno o di entrambi i reni) che si manifesta improvvisamente e può avere un'intensità variabile, in genere moderata. Il disturbo si accompagna a segni clinici tipici dei processi flogistici alle basse vie urinarie: ematuria (tracce di sangue nelle urine), minzione frequente, disuria (emissione difficoltosa delle urine, non necessariamente dolorosa). Le urine appaiono torbide per la presenza di cellule (piuria) o di batteri (batteriuria).

La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici dopo l'esecuzione di un'urinocoltura con antibiogramma.

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