Attenti al lato segreto del "poke". Cos'è la "sindrome sgombroide"

Il Poke è un piatto originario delle Hawaii. Apporta vitamine, antiossidanti, sali minerali al nostro organismo ed è un alleato della dieta dimagrante

Attenti al lato segreto del "poke". Cos'è la "sindrome sgombroide"

Il Poke è considerato il piatto più trendy del momento.

Dalle origini hawaiane, la versione originale si compone di quattro ingredienti essenziali, ossia pesce crudo pescato nelle acque dell’Oceano Pacifico, alghe, noci Kokui e sale marino. La versione che siamo abituati a mangiare non differisce molto da quella originale. Prevede infatti la presenza di riso, quinoa a cui sono aggiunti a piacimento altri ingredienti come la frutta in particolare l’avocado, la papaya e il mango.

La particolarità sta nel come viene servito. Si utilizza infatti una piccola ciotola chiamata comunemente bowl. Tutto il piatto ha un aspetto molto colorato e suggestivo. Secondo i nutrizionisti risulta essere un piatto molto salutare. Ma bisogna però prestare la massima attenzione alla qualità degli ingredienti utilizzati per la sua preparazione. In primi massima attenzione al pesce scelto. Non apporta tante calorie all’organismo quindi si può ritenere un alleato della dieta dimagrante. Di fatti il riso apporta pochi carboidrati e contribuisce a farci sentire subito sazi. L’importante è non abbondare troppo con gli ingredienti o lascarsi tentare dalle tante salse con le quali questi si possono combinare.

Questo piatto esotico è inoltre in grado di apportare preziose vitamine, utili sali minerali, antiossidanti e fibre. In particolare il pesce utilizzato è una fonte di Omega 3 e di ferro, utili per nostro benessere. Grazie alla presenza di frutta come il mango e l’avocado si fa il pieno di polifenoli, carotenoidi e probiotici.

Per quanto riguarda i rischi per la salute vi è in primis quello della sindrome sgombroide. Non è altro che una forma di intossicazione alimentare legata al consumo di pesce crudo. Scatena reazioni infiammatorie e allergiche come nausea, vomito, diarrea, crampi addominali, eritema. Alcune persone possono presentare sintomi più acuti soprattutto se risultano essere allergici all’istamina. I sintomi compaiono da circa dieci, trenta minuti dopo l’ingestione del pesce crudo. Ecco perché bisogna prestare molta attenzione alla qualità del pesce che si mangia. Innanzitutto deve essere fresco, soprattutto se si tratta di salmone, tonno e sgombro che vanno facilmente a male.

Oltre alla freschezza, bisogna assicurarsi che il ristoratore ne abbia abbattuto la temperatura nell’apposito abbattitore.

Si tratta di uno strumento che in pochi minuti riesce a far scendere la temperatura di un alimento di molti gradi sotto lo zero. Solo così si è sicuri di eliminare le pericolose larve di Anakis. Sono dei parassiti pericolosi e che possono provocare dei gravi rischi per l’uomo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica