Oltre alla versione «gioco», la tecnologia e l'intelligenza artificiale stanno portando risultati enormi anche nel pronto intervento e nella formulazione di diagnosi. E siamo solo all'inizio.
L'associazione Italian Resuscitation council insegna i massaggi cardiaci senza più far allenare i volontari e i medici sul classico manichino. Ha iniziato a utilizzare un caschetto per la realtà virtuale e sensori per le mani collegati a un computer: simulando la rianimazione cardiopolmonare in 3D diventa anche più semplice capire se si sta effettuando la manovra salva vita nel modo giusto. Il Centro diagnostico italiano dimostra come anche le radiografie di nuova generazione - cioè la radiomica - possono stanare tumori nascenti, predirne la malignità e misurarne il grado di aggressività ancor prima che venga effettuata la biopsia.
«La radiologia vive un paradosso - sostiene il neurologo Giuseppe Scotti - Gli strumenti diagnostici producono immagini digitali che vengono analizzate in modo analogico, cioè dallo specialista. In questo modo si perdono molte informazioni e dettagli invisibili all'occhio umano che invece la radiomica coglie».
A quanto pare la tecnologia serve anche per diagnosticare la depressione. Con i metodi tradizionali (questionari e dialogo col paziente) la percentuale d'errore supera il 60% dei casi.
Invece analizzando un campione di sangue dei pazienti e facendolo analizzare e catalogare da un sistema di intelligenza artificiale chiamato Som (self organizing map) la diagnosi diventa molto più precisa e a confermarlo è lo studio sviluppato da Massimo Cocchi, presidente della Società italiana di Biologia sperimentale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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