Tumore endometriale, quanto è frequente e come si manifesta?

Il tasso di mortalità è nettamente inferiore rispetto a quella del cancro dell'ovaio e della cervice

Tumore endometriale, quanto è frequente e come si manifesta?

Interessa in particolar modo le donne di età compresa tra i 55 e i 65 anni (età media 61 anni). Solo nel 20% dei casi esso viene diagnosticato prima della menopausa. La sua incidenza varia notevolmente a seconda della razza e delle nazioni. In Italia si stimano circa 10 neoplasie invasive all'anno ogni 100mila soggetti. Il tumore endometriale, altrimenti definito del corpo uterino, origina dalle ghiandole della mucosa che riveste la cavità del corpo dell'utero. Si tratta della forma cancerosa più frequente dell'apparato genitale e la sua mortalità è decisamente inferiore a quella del cancro dell'ovaio e della cervice. Il tumore endometriale si presenta in due forme: una circoscritta e una diffusa. La prima, che appare come un polipo, un nodulo o un'ulcerazione, può infiltrare in profondità il miometrio fino a raggiungere il peritoneo. La seconda, invece, occupa gran parte della cavità uterina e solitamente è l'esito dell'estensione di una forma circoscritta.

Esistono diversi gradi di differenziazione del tumore endometriale, grazie ai quali è possibile stabilire la gravità dello stesso e formulare, quindi, una prognosi. Secondo una classificazione chiamata FIGO, i gradi sono tre: G1, G2 e G3. Nel grado G1 la neoplasia è caratterizzata per la presenza di ghiandole simili a quelle normali, al punto tale che spesso viene confusa con un polipo o con una iperplasia o con una infiammazione endometriale. Nel grado G2 la differenziazione è meno marcata, infatti le ghiandole cancerose non assomigliano molto a quelle normali e pertanto vengono definite atipiche. Infine nel grado G3. talvolta. le ghiandole non possono nemmeno essere definite tali. Sono frequenti le emorragie e le aree di morte cellulare. In questo stadio si parla di adenocarcinoma indifferenziato.

Diversi fattori di rischio incrementano la possibilità di sviluppare un tumore endometriale. Tra questi si ricordino: la menopausa tardiva o il menarca precoce, l'obesità, la nulliparità, l'ipertensione. Ancora il diabete, le malattie croniche del fegato e della vie biliari, la presenza di neoplasie dell'ovaio che producono grandi quantitativi di estrogeni, la sindrome di Lynch di tipo II. Si tratta di una patologia familiare in cui si verificano con frequenza elevata forme cancerose di vario genere che interessano in particolar modo il colon e l'endometrio. Sotto la lente di ingrandimento anche la sindrome dell'ovaio policistico consistente in un aumento degli estrogeni e in cicli senza ovulazione. Da non sottovalutare, infine, l'assunzione prolungata di estrogeni non associati al progesterone e di tamoxifene, un farmaco impiegato nella lotta al carcinoma del seno.

Nel tumore endometriale i sintomi fanno capolino tardivamente. Essi comprendono innanzitutto perdite vaginali di sangue di vario tipo (rosa, rosso vivo o cupo). Queste devono destare maggiore sospetto se compaiono dopo la menopausa. Una perdita di sangue, anche lieve, fuori dal periodo mestruale è spesso la prima spia del cancro endometriale. Le perdite possono, altresì, essere bianche (leucorrea) e maleodoranti. Un'altra manifestazione alla quale si deve prestare attenzione è il dolore.

L'algia si presenta quando ormai la neoplasia ha coinvolto gli organi dell'addome e/o delle pelvi. In fase precoce, tuttavia, è possibile avvertire una sintomatologia dolorosa dovuta alla distensione dell'utero, causata dal proliferare delle masse tumorali e dalle contrazioni uterine conseguenti.

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