Salute

Un'emergenza le infezioni resistenti agli antibiotici

Luisa Romagnoni

Entro il 2050, le infezioni resistenti agli antibiotici potrebbero essere la prima causa di morte al mondo, con un tributo annuo di oltre 10 milioni di vite. Più del numero dei decessi attuali per cancro. Un'emergenza globale che preoccupa ormai i Governi e le Organizzazioni internazionali: solo poche settimane fa a New York, durante l'Assemblea Generale dell'Onu, 193 Capi di Stato hanno sottoscritto una dichiarazione politica congiunta, sulle linee guida mondiali, per la lotta alla resistenza antimicrobica. Anche l'Italia, per contrastare l'incombente pericolo dei superbatteri, è in prima linea. «Entro il primo semestre 2017, sarà sviluppato un Piano nazionale per combattere le resistenze antimicrobiche, basato sull'approccio One Health e in accordo con gli obiettivi strategici del Piano di azione globale dell'Oms», afferma Vito De Filippo, sottosegretario di Stato alla salute. Dopo le importanti iniziative di sensibilizzazione già realizzate, in particolare quelle promosse dall'Agenzia italiana del farmaco, ora la Società italiana terapia antinfettiva (Sita), ha lanciato la campagna «Antibiotici La nostra difesa numero 1», con il supporto di Msd. L'iniziativa punta a ricordare alla popolazione l'importanza di usare bene gli antibiotici, seguendo 4 regole: assumerli sempre dietro prescrizione del medico, non assumerli per curare raffreddore e influenza, rispettare le dosi prescritte, non interrompere la terapia. www.antibioticilanostradifesa.it. «Ci rivolgiamo direttamente a tutti i cittadini perché sono loro i principali fruitori degli antibiotici e devono sapere che questi farmaci rischiano di perdere la loro efficacia», afferma Claudio Viscoli, presidente Sita. «Gli antibiotici sono gli unici farmaci il cui cattivo uso si riflette sulle generazioni future e devono essere assunti al dosaggio giusto, per il tempo giusto e allo scopo di curare le infezioni batteriche e non quelle virali». In Italia le infezioni correlate all'assistenza o intra-ospedaliere colpiscono ogni anno circa 284mila pazienti (dal 7 al 10$ dei pazienti ricoverati) E 4.500-7.000 decessi.

Le più comuni infezioni sono polmonite (24$) e infezioni del tratto urinario (21$).

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