Non ho ricevuto da voi commenti al mio fax del 22 settembre che tratta dellIrpef pagata dai lavoratori dipendenti.
Mi rendo conto di aver espresso idee diverse da quelle comuni e che perciò vi sembreranno stravaganti.
Pertanto mi permetto di ritornare sullargomento. Il governo italiano esige dai lavoratori dipendenti limposta Irpef. Inoltre obbliga i datori di lavoro a trattenerla alla fonte e a versarla direttamente al fisco.
I sindacati, chissà perché, non protestano con il governo per questo fatto inaudito che imputa ai lavoratori la responsabilità dellalto costo del lavoro.
Neanche le imprese protestano energicamente per questo obbligo visto che sono costrette ad aumentare i prezzi dei loro prodotti-e delle loro prestazioni in proporzione allIrpef versata, che è così per loro un vero e proprio costo di produzione.
Ecco perché a me è evidente che lammontare dellIrpef viene alla fine fatto pagare ai clienti finali. Ma è altrettanto evidente che se i datori di lavoro non hanno una capacità sufficiente per produrre in competizione economica con questo onere imposto dal governo, i dipendenti che prendono lo stipendio non possono più dire di pagare lIrpef, cosa che rischia di succedere ai dipendenti della Fiat con la così detta globalizzazione.
Se questi ragionamenti sono corretti allora è sbagliato non aver previsto nella finanziaria leliminazione dellIrpef ai dipendenti.Solo per salvare i conti pubblici si potrebbe sostituirla con una imposta equivalente a carico delle imprese che laccetterebbero volentieri in cambio della possibilità di ridurla in caso di crisi e/o in caso di esportazione fuori del Mec.
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