«Murano sta morendo davanti agli occhi distaccati e disinteressati delle istituzioni locali. Nulla è stato fatto per tutelare questo straordinario patrimonio che il mondo ci invidia. Ed è ancor più grave che sotto elezioni, in nessuno dei due programmi dei candidati sindaco, né del centrodestra né del centrosinistra, si legga il nome di Murano».
Ci crede, Luigi Monti, presidente, amministratore delegato nonché, stando ai risultati, anche salvatore della vetreria artistica muranese Formia International. E come tutti quelli che credono in qualcosa, è un fiume in piena.
Ha una proposta da fare, oltre alla sua concreta esperienza positiva?
«Certo, ed è una cosa semplice, sperando che al governo qualcuno abbia orecchie per ascoltare. Come in tutte le situazioni di crisi, anche in quelle di distretti aziendali come il nostro, c'è bisogno di un Bertolaso della situazione, uno capace di rilanciare un settore, uno che sappia come si gestiscono le aziende e soprattutto la comunicazione e l'immagine».
Perché soprattutto quelle?
«Parlo per esperienza. È facendo leva su quelle, legandomi ai più grandi stilisti mondiali, perlopiù tra l'altro italiani, che ho ribaltato in un anno la situazione dell'azienda che avevo rilevato».
Ha provato a parlarne ai politici, magari ora che ci sono le comunali a Venezia?
«Non mi sono stati a sentire né Brunetta del Pdl, né Orsoni del centrosinistra. E non so dire se volutamente, oppure no. Sembra che in questa città l'unico interesse debba essere per Porto Marghera, dove c'è la grande industria. Anzi, dove c'era, a voler essere precisi».
Nessuno, proprio nessuno è stato ad ascoltarla?
«Questo no, devo dire di aver trovato in Luca Zaia, candidato leghista alla Regione, un ascoltatore attento e competente. Mi hanno chiamato nella loro sede di Murano a spiegare come le cose possono cambiare».
E lei che ha fatto?
«Io che non ho tessere in tasca, ci sono andato».
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