Per salvare la squadra del cuore l’Idv diventa persino garantista

MilanoSi può essere giustizialisti a giorni alterni? Si può preconizzare una «nuova Calciopoli» che faccia pulizia nel mondo del pallone e, successivamente, invocare clemenza contro punizioni troppo severe? La risposta è affermativa e, sorpresa delle sorprese, il caso riguarda Felice Belisario, capogruppo al Senato dell’Idv, il partito più tifoso delle Procure che ci sia. Ma cominciamo dall’inizio. Lo scorso 23 novembre a Potenza viene arrestato il presidente della locale squadra di calcio, Giuseppe Postiglione. Tra i reati contestati anche quello di frode sportiva perché, oltre a praticare scommesse illecite, due anni fa avrebbe «venduto» il match interno contro la Salernitana al prezzo di 150mila euro. Postiglione, insomma, avrebbe favorito gli avversari campani, allora in lotta per la promozione dalla C1 alla B, imponendo all’allenatore di non schierare la migliore formazione. Risultato: 0 a 1 e Salernitana promossa.
La sospetta combine non sfugge alla Dda di Potenza che fa arrestare Postiglione, passato solo dieci giorni fa ai domiciliari. Belisario, salentino di nascita ma potentino di adozione, all’epoca adottò un tono che più dipietrista non si può: «Può essere l’inizio di una nuova Calciopoli, si tratta di un fenomeno che non deve essere sottovalutato visto che il calcio è ai primi posti tra tutte le industrie nazionali», dichiarò, aggiungendo che «fa bene la procura sportiva a far venire a galla tutte le irregolarità».
Sì, perché la giustizia ordinaria e quella sportiva seguono due binari diversi. E solo la scorsa settimana si è avuto il verdetto della Procura federale della Federcalcio: Potenza radiato e Salernitana penalizzata. Insomma, da una settimana i calciatori della squadra lucana (nel frattempo passata in amministrazione straordinaria) sono a spasso. E, si sa, il calcio è un bacino non trascurabile di consensi, circostanza che il senatore potentino non ha ignorato. Di qui una bella lettera aperta ai presidenti della Federcalcio, Abete, e del Coni, Petrucci. «Si permetta al Potenza di giocare sub judice le ultime partite di campionato, per il futuro io poi sono disposto a fare da garante per formare una cordata di imprenditori con cui riportare la squadra al livello che merita», ha scritto Belisario.
Riscopertosi inusitatamente garantista, il capogruppo Idv a Palazzo Madama ha utilizzato una bella circonvoluzione per contestare le decisioni. «Non mi permetto di entrare nel merito della sentenza, la giustizia ordinaria e quella sportiva faranno il loro corso», ha premesso per poi insinuare una contestazione: «Sorprende però l’eccessiva durezza di un provvedimento che penalizza una città intera, che colpisce soprattutto i tanti tifosi e appassionati di calcio».
Il ribaltone a questo punto è completato: il giustizialista Belisario si è trasformato in un garantista e chiede che «in attesa di una sentenza definitiva si conceda alla squadra di giocare sub judice le ultime partite, anche per non falsare ulteriormente la classifica e per non mortificare professionisti seri». Il lettore non si stropicci gli occhi, ha letto bene: «In attesa di una sentenza definitiva».

Un esponente del partito che al minimo stormir di intercettazioni, srotola sentenze di colpevolezza, ha chiesto alla giustizia sportiva di garantire gli interessi dei professionisti del Potenza. Una società che ha commesso un illecito conclamato ma che, casualmente, ha sede nel collegio elettorale di Belisario.

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