Salvini si smarca ancora «Letizia ha esagerato ma l’hanno massacrata»

Una bugia, ma con molte giustificazioni. Così, dopo aver parlato di un «fallo di reazione», ancora ieri l’eurodeputato della Lega Nord Matteo Salvini è tornato sullo scontro tra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia. Ospite del programma di Radio2 «Un giorno da pecora», ha spiegato che Pisapia «era un ladro in primo grado, ma è stato assolto. Quindi la Moratti ha detto una bugia». Moratti bugiarda? «Si - ha detto -, visto che gli atti giudiziari sono quelli». Ma con un ma. «È un mese che viene massacrata sul personale e quindi si è lasciata ad andare a qualcosa che si poteva risparmiare. Stamattina (ieri mattina, ndr) l’ho sentita e le ho detto che quello che mi preoccupa di Pisapia non è il passato, ma il futuro. Ovvero dove vorrà costruire la moschea». Parole moderate di un Carroccio che annusa il vento in poppa dei sondaggi e veste ormai i panni del partito più di governo che di lotta. Con l’altro ospite del programma Bruno Tabacci, deputato dell’Api di Francesco Rutelli, sicuro che la Moratti sia stata imbeccata da Berlusconi e che Salvini sarà un buon vicesindaco in caso di vittoria del centrodestra. Lo scontro Moratti-Pisapia? «Una cosa sgradevole. È chiaro che era un’operazione fatta a tavolino». Perché? «Certo, entrare a gamba tesa negli ultimi trenta secondi, senza dare il diritto di replica...» Dunque la Moratti ha sbagliato? «La Moratti ha detto una bugia, certo». Quindi Moratti bugiarda? «Lei ha detto una bugia, ma è stata indotta a farlo da chi ha paura dell’esito elettorale». E chi sarebbe l’ispiratore? «Berlusconi, non c’è dubbio. Anche se finge di essere dispiaciuto». Infine, ecco l’endorsment: «Se vincesse la Moratti, però, spero che il vicesindaco di Milano possa essere Matteo Salvini e non Riccardo De Corato».
Certo, tutto dipenderà dalle percentuali. «Quella del vicesindaco - ha ripetuto De Corato - non è una poltrona che si può prenotare». E, infatti, a poche ore dall’apertura delle urna, si infiamma anche il derby tutto interno al centrodestra tra la Lega e il Popolo della libertà. Prima l’accusa dell’assessore regionale Stefano Maullu (Pdl) stanco del «solito giochino trito e ritrito» con la Lega che «prima di ogni appuntamento elettorale comincia con i distinguo» per catturare voti. «Dire che il voto leghista è frutto della demagogia - replica stizzito il presidente del consiglio regionale, il leghista Davide Boni -, offende l’intelligenza delle persone che si recheranno alle urne». Sottolineando che il Pdl potrebbe trarre insegnamenti dalla Lega, perché «il consenso leghista è unicamente il risultato del lavoro svolto sul territorio».

Secondo Boni «non si sta nelle piazze solo l’ultima settimana di campagna elettorale, ma tutti i giorni, dandosi da fare per interpretare le esigenze della cittadinanza». Una sana concorrenza, è convinto Maullu, «che consentirà al Pdl di vincere e alla Moratti di passare al primo turno».

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