Salza gela i torinesi: «Il direttore c’è già» Intanto Biis studia il rilancio del turismo

Roma. Un direttore generale forte? «Già ce lo abbiamo». Il presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Enrico Salza, ha nuovamente opposto il proprio veto alla revisione degli equilibri della governance del gruppo bancario in direzione più «piemontese» e meno «milanese». Richiesta più volte avanzata, sebbene in maniera non ufficiale, dal presidente della Compagnia di San Paolo (primo azionista di Intesa con il 10% circa), Angelo Benessia. Che sabato scorso, nel corso di un intervento a un convegno a Jesi, ha esplicitato il proprio punto di vista sul rinnovo dei vertici dell’istituto di credito parlando dell’«emergere di dialettiche nella gestione operativa alla compresenza di più amministratori delegati, ovvero di un ad e di un direttore generale». Un chiaro riferimento a una figura manageriale che bilanci le deleghe del ceo Corrado Passera e che non collima con l’attuale direttore generale Francesco Micheli, responsabile della Banca dei Territori.
A questa impalcatura teorica, che potrebbe sottendere tanto alla nomina di un manager di estrazione «torinese» quanto a una più ampia revisione del sistema di governance, Salza ha manifestato ancora una volta opposizione. Il presidente del consiglio di gestione ieri ha parlato nel corso di un convegno organizzato da Banca Intesa Infrastrutture e Sviluppo (Biis) dal tema «Federalismo e infrastrutture». L’ad di Biis, Mario Ciaccia, ha sottolineato che per il rilancio del turismo serve un piano di attivazione di risorse pubbliche e private, nei prossimi cinque anni, pari a 30,4 miliardi annui.

Secondo Ciaccia, la parte di spesa pubblica dovrebbe attestarsi attorno ai 6 miliardi. Una parziale copertura potrebbe realizzarsi recuperando 2 miliardi con la razionalizzazione della spesa del settore, mentre altri 3 miliardi proverrebbero dalla riorganizzazione degli investimenti del Genio civile.

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