Sambonet mangerà nei piatti Rosenthal

Le posate della Sambonet Paderno conquistano l’azienda tedesca di porcellane Rosenthal, in amministrazione controllata dal 2008 a causa della crisi e ora puntano a diventare il punto di riferimento mondiale nei complementi d’arredo per la tavola e la cucina. L’offerta dell’azienda di Orfengo (Novara) ha superato quella delle rivali tra cui la turca Kuethaya Seramik, interessata ai diritti sul marchio Rosenthal e all’impianto della società in Turchia, che aveva presentato un’offerta leggermente più alta.
«I tempi difficili ci hanno imposto cautela - ha spiegato il presidente del gruppo Pierluigi Coppo - per questo l’operazione è risultata lunga e complessa». Sambonet ha assicurato di voler mantenere tutti gli stabilimenti dell’azienda tedesca e investirvi in maniera massiccia nei prossimi anni. Saranno così garantiti 1.100 posti di lavoro in Germania e un centinaio nelle otto filiali commerciali estere in Europa, Asia e America. «Rosenthal è salva», ha sintetizzato l’amministratore dell’azienda tedesca Volker Boehn. Le indiscrezioni hanno parlato di un prezzo di offerta prima di 20 e poi di 34 milioni mentre l’azienda ha fissato in 50 milioni l’impegno coplessivo per l’operazione. L’azienda, che ha già ricevuto il via libera di Bank of America (il maggiore creditore di Rosenthal) ha avuto come advisor Unicredit mentre a supportarla finanziariamente è stata la Banca Popolare di Novara.
Ora, come ha detto Coppo, «il lavoro da fare per riorganizzare e integrare Rosenthal sarà enorme». A Sambonet andranno così le attività commerciali, i brevetti, gli inventari e i macchinari produttivi di Rosenthal. L’azienda italiana potrà allargare il proprio portafoglio di marchi Sambonet, Paderno e Arthur Krupp con quelli Rosenthal, Thomas e Hutschenreuther e irrobustire la propria presenza internazionale.
La Sambonet di Orfegno (Novara) che in 200 anni di storia iniziati con il lavoro di una famiglia di orafi e argentieri di Vercelli ha ottenuto, nel 1900, il titolo di «fornitore ufficiale» di molte famiglie nobili tra le quali la duchessa di Genova e il conte di Torino, è diventata il simbolo della tavola moderna ed è poi entrata nel 1997 nel gruppo del leader mondiale di pentolame professionale e utensili da cucina Paderno. Il gruppo ha chiuso il 2008 con un fatturato di 68 milioni mentre l’azienda bavarese, in amministrazione controllata e in grave stato di insolvenza, ha registrato un fatturato di 130 milioni.


La Sambonet era già da tempo in trattative per un possibile acquisto del produttore bavarese, crollato l’anno scorso sotto i colpi della crisi e trascinato allo stato di insolvenza a causa delle difficoltà della casa madre, l’irlandese Waterford Wedgwood, dopo però aver fatto brillare per oltre 125 anni le proprie porcellane e i propri cristalli ed essersi avvalsa dell’opera di Salvador Dalí e più di recente di designer come Jasper Morrison e Patricia Urquiola.

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