Genova - E' stato come costruire una splendida casa senza però mai arrivare al tetto, e poi vederla abbattere da un uragano che disintegra ogni mattone e lascia il vuoto attorno a sé. Così la Sampdoria ha vissuto il confronto con la Roma, dominando per 75 minuti, spaventando gli ospiti con ben nove limpide occasioni da rete, colpendo due legni e poi naufragando dopo il primo errore difensivo.
I giallorossi escono così trionfatori, con un risultato bugiardo, e riprendono la difficile rincorsa verso il tricolore, lasciando scivolare i blucerchiati (per ora) anche fuori dalla zona Uefa. C'é amarezza, tra i sampdoriani, e non c'é gioia tra i romanisti, consci di essersi portati via tre punti preziosi ma non meritati, frutto di un gioco speculativo, di furbizia, di grande intelligenza tattica. E soprattutto, tre punti forieri di nuovi rammarichi in chiave scudetto, visto che in ogni caso all'Inter basta una vittoria per chiudere il discorso, già domenica col Siena.
La Samp ha lottato, costruito e ci ha creduto fino al momento in cui Panucci, in una sua azione classica su angolo, ha inzuccato il primo gol. Il resto è venuto quando ormai Cassano e compagni si erano arresi, travolti dalla rabbia, dalla sfortuna e da tanta imprecisione. E proprio Antonio Cassano, il più atteso della giornata, ha mancato l'appuntamento più importante con una prestazione sottotono, imprecisa nei passaggi, a volte leziosa, mai concreta e con due errori pesanti nelle conclusione. Meglio di lui, ma comunque non ai suoi soliti livelli, l'altro ex di giornata, Claudio Bellucci, gran corridore e indomito combattente ma mai pericoloso.
La gara, che ha un po' il sapore di un atipico derby (in maglia blucerchiata, oltre a Cassano e Bellucci, anche l'ex Montella ed il romano Franceschini; tra i giallorossi il savonese Panucci), ha regalato divertimento, emozioni e palpiti fino al raddoppio romanista, quando i giocatori di casa hanno abbandonato ogni speranza, delusi più dalla propria insipienza realizzativa che dalla bravura degli avversari. La Roma ha scelto una tattica prudente, accettando la supremazia di gioco blucerchiata e controllandola, a volte con un po' di affanno. Ha colpito quando la Samp ha incominciato a sentire la stanchezza e ha dilagato negli spazi concessi nella disperata rincorsa al pareggio.
Doni, l'estremo difensore giallorosso, si è meritato la palma del migliore in campo dopo aver neutralizzato con bravura sei delle palle gol capitate sui piedi di Cassano (28 e 38' del primo tempo), Bellucci (40' del primo tempo e 3' della ripresa), Franceschini (5' del secondo tempo) e con un doppio intervento miracoloso su Cassano e Bellucci (9' della ripresa). In mezzo ci sono state anche due traverse colpite dalla Samp, una al 32' dopo un tiro di Sammarco deviato da un difensore, e l'altra in chiusura di primo tempo con una girata di testa tipo palombella di Bellucci a scavalcare il portiere. Nei primi 45 minuti il dominio della Sampdoria è netto in ogni zona del campo: ci provano un po' tutti ad impensierire Doni, con triangolazioni veloci , con tiri da lontano, col gioco sulle fasce, con inserimenti centrali. La difesa romanista trema, traballa, rischia di cadere ma, con un po' di fortuna resiste.
La partita sembra segnata, ma gli uomini di Mazzarri non mollano neppure nella ripresa, ricominciando a macinare gioco e a costruire occasioni da rete: ben tre in nove minuti. Poi, lentamente, le gambe cominciano a pesare e le idee a farsi confuse. L'allenatore dei genovesi non coglie subito le difficoltà crescenti della sua squadra e ritarda i cambi. Non così Spalletti che inserisce Giuly al posto di un fumoso Mancini e cambia il volto della gara. I giallorossi si fanno più intraprendenti e sfruttano le energie risparmiate fino a quel momento, osando con più convinzione dalle parti di Mirante, fino a quel momento assolutamente inattivo. La prima parata dell'estremo difensore blucerchiato arriva al 21' della ripresa, su un crosso corto rasoterra di Vucinic.
C'é ancora il tempo per un colpo di testa di Bellucci diretto nell'angolino, che esalta le doti di prontezza di Doni (deviazione in angolo), e poi sulla Samp si abbatte il ciclone giallorosso, favorito appunto dal colpo di testa di Panucci che rompe un equilibrio che a quel punto sembrava ormai definitivo.
Nella foga di recuperare e con la rabbia in corpo, Palombo e compagni si lanciano in un arrembaggio che ha come risultato solo quello di concedere agli avversari praterie nelle quali Pizarro, Cicinho, Vucinic e Perrotta vanno a nozze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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