Ultima chiamata per l'Europa. La Sampdoria si presenta questa sera al «Ferraris» contro il Palermo di Guidolin, giocandosi una buona fetta della stagione. A sette giorni di distanza dal sofferto pareggio contro il Cagliari, per gli uomini di Novellino c'è la possibilità di sfruttare ancora il fattore campo. Certo l'atteggiamento con il quale si dovrà presentare la Samp dovrà essere tutto diverso rispetto a quello della settimana scorsa, soprattutto nell'approccio alla gara considerando anche il valore dell'avversario.
Chi conosce bene il Palermo è Pietro Accardi che, con i colori rosanero addosso, c'è nato e cresciuto, e la città natale l'ha lasciata solo quest'estate per trasferirsi alla Sampdoria: «Palermo è la mia storia - ricorda Accardi -. Ho vissuto tanti momenti belli e brutti. Palermo è la mia città, è casa mia e di quella squadra sono un tifoso appassionato. Ma in campo non vedrò altre maglie se non quelle della Sampdoria». L'obiettivo Uefa per il centrale blucerchiato è ancora alla portata, ma un altro passo falso potrebbe compromettere il cammino: «Non è determinante ma molto importante - commenta -, è un obiettivo stimolante che vogliamo provare a perseguire fino all'ultimo: ormai tutte la partite sono difficili, non ci sono avversari sottovalutabili». Il Palermo sta attraversando un periodo difficile, fatica a trovare il ritmo, proprio per questo il difensore siciliano mette in guardia: «Saranno rabbiosi, cattivi e determinati - spiega -. So cosa vuol dire giocare in una piazza così calda e so quanto, in momenti difficili, la piazza si faccia sentire. Attenzione a non pensarli in crisi perché hanno carattere e uomini per fare la differenza». Tra gli uomini di Guidolin, quello che più di tutti sembrava fare la differenza era Amauri che da mesi è fermo ai box: «La sua mancanza si sente è innegabile - continua -, ma hanno altri attaccanti che sarà difficile marcare».
Sulla panchina del Palermo non ci sarà Francesco Guidolin fermato per 3 turni dal giudice sportivo dopo l'episodio di domenica scorsa nella gara contro la Fiorentina: «Grande tecnico, ma è un introverso, difficile che con lui si possa avere un confronto chiaro. Tutto diverso da Novellino che ti dice le cose in faccia. Al mister sono più riconoscente perché mi ha rilanciato, ha saputo trovare in me gli stimoli giusti: Ti trasmette di più, grazie a lui sto vivendo il periodo della rinascita».
Ieri a caricare la squadra al «Mugnaini» c'era anche il presidente Garrone.
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