Il San Camillo fa il pieno di pazienti immigrati senza più i mediatori culturali

La consigliere regionale Rodano presenterà un'interrogazione urgente alla governatrice del Lazio Polverini

«Che sta succedendo al servizio di mediazione culturale del San Camillo?» Se lo chiede Giulia Rodano, consigliere regionale di Italia dei Valori, vicepresidente della Commissione Sanità della Regione Lazio. Un problema serio se è vero che tra gli ospedali romani il san Camillo è quello che deve sopportare il più alto indice di presenza di pazienti immigrati, Ostetricia in testa. «Da due anni - fa notare Rodano - erano a disposizione 12 mediatori culturali, più altri mediatori linguistici a seconda delle necessità. Nei giorni scorsi, secondo quanto ci risulta, la direzione generale del San Camillo ha comunicato la cancellazione del servizio sia all'ufficio aziendale che alla cooperativa appaltatrice "Hope": il progetto, prorogato di tre mesi lo scorso marzo, non verrà rinnovato e scadrà l'1 giugno. Non è dato sapere se e con quali modalità i mediatori verranno sostituiti, per l'ospedale pubblico più grande della nostra regione si tratta però di risorse indispensabili. Basti pensare all'importanza dei mediatori culturali nel reparto che effettua le interruzioni volontarie di gravidanza, o ancora nel materno-infantile e nell'ematologia pediatrica».
I mediatori culturali costituiscono spesso figure fondamentali per sancire l'alleanza terapeutica tra ospedale e utente. «Il mediatore - prosegue il consigliere regionale Idv- infatti, ha non solo il compito di tradurre al paziente straniero la diagnosi, ma anche quello di guidare il medico e l'infermiere nella focalizzazione delle implicazioni culturali e sociali di una malattia: una funzione fondamentale per una grande struttura sanitaria di una società multiculturale. Mi chiedo dunque cosa possa aver indotto la direzione generale del san Camillo a rinunciare a un'attività così preziosa, che gli operatori della cooperativa Hope svolgevano con professionalità e dedizione».


«Perché questa brusca cancellazione del servizio? - continua la vicepresidente della commissione sanità - Si tratta di un'interruzione? La direzione generale del San Camillo ha soltanto intenzione di sostituire gli operatori attuali? E se è così, perché? Con quali procedure di evidenza pubblica verranno individuati i nuovi mediatori del più grande ospedale del Lazio? Presenterò al più presto un'interrogazione urgente in cui chiederò spiegazioni dettagliate a Renata Polverini e alla Giunta regionale».

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