Alessia Marani
Il danno e la beffa. Il danno di dover pagare il ticket per cure essenziali (da 15 a 35 euro a seduta), la beffa di non potere usufruire di macchinari allavanguardia per contrastare la malattia. La Cabina per la fototerapia a bande strette è arrivata da ben tre anni, ma giace ancora imballata nei magazzini ospedalieri perché «non cè lo spazio» in cui montarla. Quella per il trattamento P-Uva (era lunica insieme a quelle al Policlinico Gemelli e allIdi Immacolata), dopo quindici anni di perfetto funzionamento, in estate è stata mandata in pensione dalla nuova normativa europea. E a oggi non è stata più rimpiazzata. AllIfo San Gallicano, polo ospedaliero e scientifico per la cura della pelle e punto di riferimento per tutto il Centro Sud dItalia, le liste dattesa raggiungono ormai livelli da Terzo mondo: dalle due alle tremila persone che possono aspettare fino a tre anni prima di poter essere visitate. Da giugno cè un medico di meno e a nulla sono servite le denunce e le lamentele dei pazienti e delle associazioni dei malati che non usano mezzi termini per descrivere una situazione «al collasso». Anzi. In tutta risposta lamministrazione regionale con una recente circolare ha pensato bene di limitare ai soli casi molto gravi il Day-hospital, eliminando di fatto la possibilità per molte persone di usufruire delle terapie in assistenza gratuita e, soprattutto, costante. Psoriasi (domenica ne ricorre la giornata mondiale), vitiligine, linfomi e tumori del derma: queste le patologie, spesso croniche e irriversibili, di chi si rivolge allistituto di ricerca ospedaliero di Mostacciano, un bacino dutenza di milioni di persone.
Una malattia cutanea infiammatoria devastante con pustole e desquamazioni nei casi più drammatici, la psoriasi; unalterazione vasta e profonda della colorazione della pelle, la vitiligine. «Entrambe sono malattie con conseguenze importanti sulla percezione dellimmagine corporea - spiegano gli esperti - con effetto sulle relazioni sociali e sulla qualità della vita del soggetto che ne è affetto. Ci sono casi di tentato suicidio, di depressione grave. Il sistema sanitario, così facendo, non aiuta davvero queste persone a condurre una vita normale, anzi invece di sostenerle le penalizza». Cè chi al San Gallicano deve andare per cicli di due, tre volte alla settimana, e arriva da Viterbo, Civitavecchia, ma anche dalla Campania e dalla Calabria. Un quadro desolante, ma non nuovo per la giunta Marrazzo. A gennaio Stefano De Lillo (Fi) fece approvare dal consiglio regionale un ordine del giorno con impegni precisi: la trasformazione dellattuale servizio di fototerapia in servizio dipartimentale (struttura complessa); laumento dellorganico da due a tre medici con il conseguente adeguamento del numero degli infermieri; limmediato utilizzo della cabina per la fototerapia inutilizzata per mancanza di spazio; lattivazione di due posti letto di Day hospital da dedicare esclusivamente alle patologie che necessitano del solo trattamento fototerapico. Per un po di mesi allIfo arriva un nuovo medico, con contratto determinato però. Il servizio diviene disponibile anche il pomeriggio e parecchie attese cominciano a essere smaltite. Ma a giugno il contratto scade e, nonostante la pioggia di richieste, nessuno si preoccupa di rinnovarlo. Il pomeriggio torna off-limits. I pazienti si infuriano.
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