Economia

«San-Intesa? Il concambio è corretto»

Massimo Restelli

nostro inviato a Cernobbio (Como)

Sarà pronto «a fine ottobre» il piano di integrazione tra Banca Intesa e Sanpaolo, per cui è già stato raggiunto il livello di concambio «più corretto» possibile. Dopo giorni di tensione tra i grandi soci di Piazza San Carlo, è stato lo stesso amministratore delegato in pectore Corrado Passera a dettare l’agenda lavori del nuovo campione del credito nazionale. «È un’operazione in cui ci sono soltanto vincitori, non c’è la grande banca e quella piccola o la banca di successo e quella in difficoltà», ha proseguito Passera sottolineando la «visione comune» tra i top manager e la «lungimiranza» dei grandi azionisti.
Concordia che però al momento, per quanto riguarda Torino, manca. Visto che, sebbene Passera abbia ricordato come sabato scorso il livello di concambio sia stato stabilito all’«unanimità», all’interno del libro soci del Sanpaolo il malessere sembra in aumento. A partire dal Santander e dalla Compagnia di Sanpaolo che lunedì riunirà il comitato di gestione. Pressioni che, se le condizioni rimarranno immutate, potrebbero sfociare in occasione della prossima assemblea complicando un’integrazione già in partenza articolata. Tanto che Piazza Affari è tornata a scommettere su una revisione dei rapporti a favore di Torino: tra scambi intensi il Sanpaolo è così salito del 3,13% a 16,9 euro e Intesa dell’1,13% a 5,29 euro per un concambio implicito di 3,19 (3,115 quello prefissato). Oltre al passaggio della due diligence, per cui è attesa la scelta di due società di revisione, sul tavolo di Passera rimane da risolvere sia la sovrapposizione di Eurizon e di Intesa Vita sia la contropartita in termini di sportelli da concedere ai francesi del Credit Agricole in cambio del via libera definitivo al matrimonio.
Il top banker ha rimandato ogni dettaglio al piano ma come rivelato ieri dal Giornale, l’ad Mario Greco ha promesso ai propri promotori di salvaguardare lo status quo su cui si poggia lo stesso progetto di quotazione. Nè il consiglio di amministrazione nè il patto di sindacato di Ca’ de Sass hanno ancora affrontato il problema ma la fuga in avanti di Greco appare difficile da sposare con i possibili rilievi dell’Antitrust e con il peso nel capitale che sarà ricoperto dalle Generali (5% post fusione). Soprattutto considerando che Trieste, anche laddove Eurizon Vita e Intesa Vita si unissero, aspirerebbe a controllare il 50% della joint venture.
Superati questi scogli il risultato sarà un gruppo «protagonista a livello europeo fin dall’inizio», ha notato Passera che ieri era presente al workshop Ambrosetti dove ha poi pranzato con il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet. Ma non solo le nozze raccolgono anche l’invito lanciato da Bankitalia di superare i personalismi: «L’Italia torna a giocare un ruolo nel settore bancario in Europa con due gruppi nei primi quattro, mentre un anno fa il primo era quindicesimo».

Il primo piano industriale completo del nuovo gruppo è atteso la prossima estate.

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