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San Nicola fa il miracolo: Cassano torna Fantantonio

Pensate un po' come stanno le cose di football dalle nostre parti: arrivano le furie rosse, insomma la Spagna campione del mondo e che fanno i tifosi italiani? Vanno a vedere la riserva di Robinho, al secolo Cassano Antonio da Barivecchia. Viva la Patria, via il "uagliò" di casa nostra. I suoi compagni di squadra gli hanno regalato la fascia di capitano, è lui il padrone di questa serata di maestrale che infila lo stadio disegnato da Renzo Piano, memoria di Italia '90, quando Antonio teneva soltanto otto anni ma già faceva impazzire, non i tifosi, ma i parenti e affini. E nemmeno immaginava che un giorno avrebbe giocato con la maglietta della Roma, del Real Madrid, madonna del carmine, della Sampdoria e poi del Milan.
Dal marciapiede alla villa, panfili, piscine, gioielli, milioni, tanti, enormi. "Meglio che ti imparavo zappatore" stava scritto su un telo bianco dello stadio san Nicola. Erano pensieri e parole di Tonino Rana, il primo allenatore del ragazzo. Come a dire che Antonio ha dimenticato il suo maestro. Bari ha vissuto una notte di sogno, Cassano si è presentato con una capigliatura da ufficiale e gentiluomo, sfumatura altissima, il barbiere deve avere goduto come un riccio a tagliare quella capa tosta e fresca. Non so quanti biglietti omaggio abbia chiesto Antonio per la sua crosca, nel senso di gruppo di amici, direi un centinaio a restare bassi. Quando è andato a centrocampo per il rito dei gagliardetti si è trovato di fronte Iker Casillas, suo sodale di un tempo a Madrid; si sono abbracciati i due, come amici veri, antichi.
Dopo il fischio dell'arbitro tedesco sono incominciate due partite, quella tra Italia e Spagna e quella tra Cassano e Antonio, due persone in una, un calciatore solo alla ricerca del tempo perduto, da lui medesimo. Ed è venuto fuori il bambino, emozionato, timido quasi, altruista, non più sfacciato e guascone, maleducato e volgare ma, finalmente, calciatore e basta. Un dribbling, due colpi di tacco, un'idea geniale, cioè un passaggio che oggi dicesi assist, ogni volta che Antonio si avvicinava al pallone il San Nicola urlava come davanti al miracolo, sperando che accadesse.
Il football ogni tanto si ricorda di essere anche un momento di passione e di nostalgia, perchè a Bari Cassano non è soltanto nato, di Bari ha conservato tutto, nel meglio, nel peggio, nella sua pronunzia che Checcozalone, attor comico di professione, rende ridicolo ma non così buffo come nell'originale. Il prato del San Nicola era pieno di carte portate dal vento, sembravano coriandoli per il carnevale di Barivecchia. La festa è finita dopo un'ora. Prandelli gli ha concesso l'applauso passionale del popolo barese, il capitano è uscito per dare il posto a tale Mario Balotelli. Qualsiasi insinuazione, battuta e pensiero sulle affinità elettive dei due è puramente voluta. Adesso Antonio deve tornare a fare cose serie. La riserva di Robinho sa che da Bari era partito.

E da Bari deve ripartire ancora.

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