Cronaca locale

San Paolo, appalti sospetti per 10 milioni

San Paolo, appalti sospetti per 10 milioni

Doveva essere una esperienza pilota dell’alleanza tra pubblico e privato nella sanità lombarda. Invece la Dental Building, nata dalla sinergia tra la clinica odontoiatrica dell’ospedale San Paolo e una fondazione privata, la Gesis, andò a gambe all’aria ancora prima di cominciare a trapanare e a otturare. E ora è su quell’affare finto male che si concentrano le attenzioni della Procura antimafia. Perché in Dental Building si incrociano le piste di due protagonisti della inchiesta sulla penetrazione malavitosa nel San Paolo: Carlo Chiriaco, direttore dell’Asl di Pavia, arrestato e sotto processo per associazione mafiosa; e Pasquale Libri, dipendente dell’ufficio appalti del San Paolo, e parente acquisito di un vecchio boss della ’ndrangheta, morto in circostanze oscure all'interno dell’ospedale il 19 luglio scorso.
Ieri i vertici del San Paolo non hanno voluto commentare in alcun modo l’irruzione del giorno prima degli investigatori della Dia, che hanno sequestrato i documenti di decine di appalti sospetti. L’indagine - coordinata dal pm Claudio Gittardi, del pool antimafia - ipotizza, sulla base di elementi emersi in altre inchieste, che sul sistema degli appalti e delle nomine al San Paolo regnassero uomini legati ai clan calabresi. Ed uno degli appalti sotto inchieste è proprio quello della Dental Building, varato nel 2003 e dichiarato fallito già nel 2005. Nella società mista, a rappresentare la Regione era Carlo Chiriaco. Per conto dell’ospedale vi lavorava Pasquale Libri: che, in una conversazione telefonica, poco tempo prima di volare dal sesto piano del blocco A del San Paolo, sponsorizzava le richieste di Rocco Musolino, zio di sua moglie, di entrare nel business ospedaliero. Chiriaco gli rispondeva: «Se lui ha i soldi facciamo cose grosse». Il 13 luglio Chiriaco venne arrestato insieme a centinaia di affiliati alla ’ndrangheta. Il 19, Libri cadde senza lanciare un grido dal sesto piano di una scala antincendio.
L’inchiesta sulle penetrazioni malavitose al San Paolo, ripetono in queste ore gli investigatori, non riguarda quel suicidio. È una forma di prudenza, un tentativo di evitare che le acque si intorbidino troppo. Ma è inevitabile che anche sui rapporti tra Libri, Chiriaco e l’ex direttore generale, il calabrese Giuseppe Catarisano, stiano scavando gli investigatori. Nel mirino, oltre all’affare Dental Building, ci sono altri appalti varati dal 2008 (una quindicina di contratti di fornitura per un valore totale di circa dieci milioni di euro, dalle forniture ai servizi di lavanderia alla mensa all’edilizia) passati per l’ufficio dove lavorava Libri. Ma ci sono anche le nomine, le cordate di incarichi di cui da tempo si vocifera dentro l’ospedale, e sulle quali le intercettazioni dell’inchiesta «Infinito» hanno buttato una luce cupa.
La Procura indaga su almeno quattro persone per associazione a delinquere di stampo mafioso, nella convinzione che il San Paolo fosse stato scelto come avamposto della penetrazione di uomini e capitali della ’ndrangheta nella sanità pubblica lombarda. Dell’inchiesta in corso e delle microspie disseminate nei reparti, tra il personale del San Paolo circolavano in tempo voci insistenti, che però non hanno impedito che gli inquirenti raccogliessero nuovi elementi.

E la scelta di uscire allo scoperto, con le perquisizioni dell’altro ieri, significa che ormai l’inchiesta è già a buon punto.

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