da Torino
La complicata convivenza tra italiani e stranieri ha il volto sofferente di Porta Palazzo, quartiere simbolo di unintegrazione mai riuscita. È qui che cè la più alta presenza stranieri, è da qui che ogni giorno partono le proteste di quei torinesi che hanno deciso di restare e sfidare la criminalità. Spaccio di droga, scippi e borseggi tra i banchi del mercato, aggressioni e rapine quando cala la notte. Senza contare i regolamenti di conti per il controllo del territorio, con tanto di guerriglia urbana tra nigeriani, senegalesi e nordafricani.
A nulla sono finora servite la fiaccolate e i cortei promossi dai comitati di residenti e le ronde guidate da cittadini esasperati. Anche chi ha scelto di condurre una vita regolare, spesso non riesce a lasciarsi definitivamente alle spalle i retaggi del passato: musulmani che costringono le mogli a indossare il velo, altri che impediscono alle proprie compagne di uscire di casa. Ma non cè solo Porta Palazzo. Altra zona simbolo di unintegrazione mancata è San Salvario, dove per la prima volta furono appese alle finestre delle case lenzuola bianche per protestare contro la criminalità. E poi cè Barriera Milano, dove gli stranieri acquistano casa più che in tutti gli altri quartieri: la quota di proprietari non italiani supera addirittura il 50%.
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