San Siro come Barcellona: «Niente fumo sugli spalti» È già polemica fra i tifosi

San Siro come Barcellona: «Niente fumo sugli spalti» È già polemica fra i tifosi

Niente fumo a San Siro. L’idea piace a tutti e può essere che nei prossimi mesi si decida di vietare le sigarette in curva e tra gli spalti. Seguendo l’esempio di Barcellona, dove l’assemblea dei soci dei Blaugrana ha appena deciso di rendere il Camp Nou uno stadio no smoking. Un duro colpo per gli ultrà fumatori, abituati a sfogare le tensioni da tifo in qualche tiro di sigaretta, ma un grosso segno di rispetto verso quelli che non fumano e che invece ogni domenica si trovano avvolti in una nube di nicotina.
«L’idea mi piace moltissimo» commenta l’assessore allo Sport Chiara Bisconti che, tra le varie deleghe, si occupa anche della qualità della vita. Il Comune quindi potrebbe spingere in questa direzione e ricalcare la campagna anti fumo che già l’ex assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna aveva promosso: la giunta Moratti aveva perfino chiesto di vietare la sigaretta nei parchi. Proibirla all’interno dello stadio sarebbe un bel passo avanti.
Ovviamente l’ultima parola spetterebbe alle società che gestiscono il Meazza: Milan e Inter. Bisognerebbe aspettare un aggiornamento ufficiale del regolamento all’interno dello stadio. Ma già l’idea trova l’appoggio di chi in città si occupa di salute. «Sarebbe un grande aiuto non solo per chi non fuma ma anche per i fumatori - sostiene Alberto Donzelli, Asl -. Più aumentano le barriere e le restrizioni sociali, più chi fuma è stimolato a smettere». D’accordo anche la Legatumori, che si oppone a tutto ciò che contribuisce alla formazione del cancro, sigarette e alcool in testa. «Siamo più che favorevoli - commenta Ilaria Malvezzi, direttore generale della sezione milanese della Lilt -. Uno stadio in cui sono vietate le sigarette sarebbe un ottimo segnale di un corretto stile di vita, un primo passo verso una società senza fumo». Secondo le volontarie che promuovono la prevenzione del tumore «sarebbe un bene far partire un messaggio di vita sana proprio dallo stadio, considerato il tempio dello sport. E lo sport è, o almeno dovrebbe essere, sinonimo di salute».
L’esperimento di uno stadio non smoking era già stato tentato nel 2005: l’Inter mise a disposizione un centinaio di posti nel primo anello per non fumatori, ma il settore free smoke durò giusto una stagione calcistica e il progetto venne abbandonato. Allora fu Stefano Carugo, ora consigliere regionale Pdl, a presentare la mozione anti fumo. Ed è proprio dal suo collega pidiellino Giorgio Puricelli, fisioterapista del Milan, che arriva la proposta: «Riserviamo ai fumatori alcune zone dello stadio - suggerisce - ma non imponiamo a tutti di non fumare. Io sono salutista ma anche tifoso e so bene la tensione che si vive durante la partita.

Chiedere a un fumatore di rinunciare alla sigaretta nel 90 minuti è troppo. Per di più lo stadio non è un palazzetto chiuso ma l’aria circola. Quindi, per rispetto a chi non fuma, sarebbe bene selezionare dei settori in ogni anello dove fumare».

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