Gian Piero Scevola
Una cosa è certa, quello di venerdì sarà un derby ad altissimo rischio dove il protagonista ha già un nome preciso: paura. Perché, dopo quello che hanno fatto vedere gli ultrà-teppisti di fede nerazzurra, il pericolo di ulteriori incidenti è più che concreto e il tam tam, i blog, gli sms impazzano e prospettano cose davvero grosse. Anche se la fortuna di avere il Milan come padrone di casa che darà solo 8.437 biglietti allInter (lo stesso numero dato dai nerazzurri per il derby dandata), potrebbe rivelarsi un buon deterrente: meno biglietti, meno ultrà al Meazza. Purtroppo però la quasi totalità dei tagliandi finirà nelle mani della famigerata Curva Nord, con i gruppi storici Boys, Milano Nerazzurra, Viking, Irriducibili e Brianza Alcoolica costretti a trasformarsi in «moderati» per parare il colpo a sorpresa dei tanti, troppi cani sciolti.
Dopo aver colpito Dida nel derby di Champions nellaprile 2005, il bersaglio questa volta saranno i giocatori dellInter e Massimo Moratti. Colpire uno o più giocatori significa far sospendere la partita, con un danno incalcolabile per lInter e con il patron nerazzurro costretto «finalmente» ad andarsene e a cedere la società. È questo infatti il fine ultimo e neppure troppo scoperto degli ultrà: obbligare Moratti ad alzare bandiera bianca. La strategia dassalto è semplice: agli ingressi il controllo delle forze dellordine sarà a livello di metal detector, con gli ultrà che verranno spogliati (o quasi) per poter controllare cosa portano dentro lo stadio. Ma il rischio è che i petardi e i bengala, coi quali colpire i giocatori nerazzurri, potrebbero essere introdotti nello stadio la sera prima della partita e nascosti in uno dei tanti anfratti o magazzini che si trovano nella pancia di San Siro. Posti che pochi conoscono, che nessuno mai controlla e che vengono sfruttati proprio per nascondere questo genere di «armi improprie». Che questa volta saranno ancora più pericolose e distruttive perché potrebbero aggiungersi lanciarazzi tipo bazooka, idonei a colpire da lunga distanza e a produrre anche effetti pericolosi.
Ma se tutto allinterno del Meazza dovesse filare liscio, ecco pronto il piano B, quello che prevede attacchi mirati al pullman dellInter lungo il viaggio dandata o lo scatenamento di guerriglia urbana a fine gara con obiettivo il pullman (qualora i giocatori preferissero rientrare alla Pinetina) o le autovetture degli atleti, in primis quella di Moratti. E a dare una mano ai cani sciolti ultrà (200 giovani tra i 17 e i 25 anni) sarebbero, in questo caso, anche esponenti dei Centri Sociali che, quando cè da menare le mani, non si tirano mai indietro.
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