Controcultura

Il "San Valentino Covid"? Ha i suoi lati positivi...

Le rose rosse si possono sempre spedire. Ma si evitano cene imbarazzanti e noiose passeggiate sotto le stelle

Il "San Valentino Covid"? Ha i suoi lati positivi...

Come festeggiare San Valentino ai tempi del Covid? Come celebrare l'amore, il vero amore, mantenendo il distanziamento, lavandosi spesso le mani e rispettando il coprifuoco? Un dilemma, una questione di tale importanza da essersi meritata diversi hashtag social come #covidvalentine o, ancora più romanticamente, #willyoubemyquarantine. Onestamente, nel mezzo di una pandemia mondiale non è proprio il primo dei problemi che mi venisse in mente, ma, se è così importante da essere nelle storie Instagram di tanti, troppi, influencer, dobbiamo riuscire a trovare una soluzione.

Partiamo dai classici: le rose, rosse per definizione, dovrebbero funzionare bene anche in tempi di pandemia. Si possono ordinare online e spedire senza che ci si debba toccare, che è meglio perché ormai toccare altri esseri umani a me fa un po' impressione. Io non è che abbia una grande esperienza nel regalare rose, ma ormai siamo delle femmine emancipate, tutte femministe per definizione, e mica vorremo lasciare il monopolio delle rose rosse al patriarcato, no? Durante la mia ricerca tra i siti dei fioristi, la cosa che più mi ha stupito sono i nomi che vengono dati alle composizioni floreali a tema amoroso: «Intensità», «Adorami», «Pensami», «Sorprendimi», che secondo me farebbero venire l'ansia da prestazione anche a Rocco Siffredi.

Un altro classico è la cena romantica, ma questa credo che sia difficile da realizzare rispettando le regole, a meno che vi piaccia l'idea di scambiarvi teneri sguardi purché separatamente seduti ognuno nel proprio cilindro di plexiglass, soluzione adottata di recente da alcuni ristoranti parigini per garantire intimità senza trasmissione virale. Poi in realtà è anche meglio lasciare perdere sennò si pone sempre il problema di chi paga il conto e scoppia un casino di femminismi sulle aspettative sessuali dell'uomo che decide di offrirvi la cena. Forse però riusciamo a salvare qualcosa: se all'appuntamento ci andate già mangiati, c'è sempre l'opzione di una passeggiata romantica a distanza, prima del coprifuoco, un grande vantaggio, anche se a prima vista potrebbe non sembrare. Almeno non vi possono portare a guardare il cielo stellato, che qualcuno, ad un certo punto, ha arbitrariamente deciso essere la cosa più romantica immaginabile. Avete notato che gli uomini, quando decidono di fare i corteggiatori romantici, diventano improvvisamente esperti di mappe astronomiche e costellazioni, inerpicandosi in spiegazioni scientifiche improvvisate e improbabili lezioni di storia dell'astronomia? Adesso tutto questo sarebbe considerato mansplaining e l'uomo in questione verrebbe semplicemente abbattuto in quanto colpevole di prepotente paternalismo, ma in tempi non sospetti è successo anche a me e il poveretto è capitato molto male. Ci ha provato, con grande impegno, a spiegarmi le costellazioni, a dedicarmi stelle, ma non sapeva un dettaglio importante di me (anche perché non me lo aveva chiesto, talmente era preso dal suo stesso sproloquio sulle collisioni tra galassie): sono figlia di due astrofisici e ho sviluppato una rara forma di allergia alle stelle, soprattutto quelle di neutroni, ai pianeti di tutte le dimensioni, gassosi o rocciosi, con o senza anelli e a qualsiasi altra forma di oggetto celeste, inclusi meteoriti, comete, nebulose e buchi neri con i loro orizzonti degli eventi. Io ho educatamente e lungamente ascoltato non sapendo se fosse meglio ignorare o correggere le molto approssimative conoscenze astronomiche che mi venivano propinate e alla fine ho fatto tutte e due le cose in un certo senso. Ho ignorato l'Alberto Angela dei poveri il tanto sufficiente a minimizzare le mie correzioni allo stretto necessario, perché va bene tutto, ma confondere il Cigno con Cassiopea, mi dispiace, non è accettabile.

Per un San Valentino più vendicativo, lo zoo di San Antonio in Texas vi offre la possibilità di comprare uno scarafaggio per soli cinque dollari, di battezzarlo con il nome di un vostro ex e di poter poi guardare in diretta streaming mentre viene mangiato da altri animali dello zoo. Compreso nel prezzo otterrete anche il certificato (non ho capito se anagrafico o di morte) dello scarrafone, da condividere sul vostro profilo social.

Se invece volete osare con un regalo un po' più sexy, c'è anche l'opzione dei vibratori a controllo remoto che stanno spopolando tra gli amanti socialmente distanziati. Ce ne sono di diversi modelli a seconda delle esigenze: per le corte o medie distanze, l'opzione suggerita è quella di modelli telecomandati via bluetooth che hanno un range variabile tra i 2 e 10 metri, ma (le recensioni dicono e io riporto) bisogna stare attenti perché molto spesso non funzionano negli ascensori(?). Se invece siete degli amanti bloccati da parti opposte del pianeta, allora avete bisogno di una soluzione che funzioni sulle lunghe distanze e in questo caso le opzioni migliori sembrano essere dei modelli collegati a applicazioni per smartphone che promettono di riuscire a sincronizzare tutto, incluse (riporto sempre quello che dicono le recensioni) modalità di vibrazione personalizzabili grazie a microfoni integrati(?). Nel caso ve ne regalino uno, per favore non fate l'errore che ho fatto io in un negozio di elettronica durante un lungo scalo all'aeroporto Schiphol di Amsterdam, quando scoprii troppo tardi che l'intero negozio mi stava fissando perché non riuscivo a capire la logica delle tre diverse intensità di gioco (così diceva la confezione) di quella che io avevo scambiato per una innocente paperella da bagno.

In tutto questo, come sempre, i giapponesi sono più avanti di tutti: infatti, in un recente sondaggio quasi il 40% di giovani maschi dichiara di avere scelto di amare solo fidanzate virtuali, comodamente scaricabili su Nintendo, e di non volere avere più a che fare con donne tridimensionali, perché troppo complicate.

Come biasimarli.

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