Sandri, l'agente a giudizio: omicidio volontario

No al rito abbreviato per Spaccarotella, prima udienza il 20 marzo:  accusato di omicidio volontario per la morte del tifoso laziale. I difensori: "Il polizioitto non c'è, verrà quando sarà necessario". La famiglia: "Non ha il coraggio di guardarci in faccia"

Sandri, l'agente a giudizio: omicidio volontario

Arezzo - No al rito abbreviato. Il gup di Arezzo, Luciana Cicerchia, ha respinto la richiesta di rito abbreviato formulata dagli avvocati difensori dell’agente Luigi Spaccarotella nel processo per l’omicidio Sandri. Il gup ha deciso anche il rinvio a giudizio per il poliziotto con l'accusa di omicidio volontario. La prima udienza è in calendario il 20 marzo. Francesco Molino e Federico Bagattini, difensori del poliziotto, accusato di omicidio volontario, avevano chiesto il rito abbreviato condizionato all’audizione di alcuni periti e a un sopralluogo nell’area di servizio Badia Al Pino (Arezzo), dove l’11 novembre 2007 avvenne l’omicidio.

Spaccarotella non c'è L’agente non si presenterà in aula. "Spaccarotella - ha spiegato Bagattini - non è un fantasma, ma una persona che sta soffrendo. Sa perfettamente che ha causato la morte di un giovane e questo gli procura un’enorme sofferenza. E poi ci sono anche problemi di carattere familiare. Verrà quando sarà necessario, sicuramente non si sottrarrà al confronto su questa vicenda". L’avvocato Molino ha poi aggiunto che non è presente anche per evitare l’assalto mediatico. Bagattini ha aggiunto che il tema della deviazione che avrebbe subito il proiettile impattando con rete autostradale "è un elemento decisivo. Da alcuni video con cui la procura ha ricostruito le fasi dell’omicidio, si nota in maniera evidente come la traiettoria originaria fosse lontanissima dalla macchina. Se così era, è evidente che non c’era alcuna volontà di uccidere".

La famiglia protesta "Io è un anno che sono sotto i riflettori e non ho nulla da temere. Lui, evidentemente, non ha il coraggio di guardarci negli occhi". Lo ha detto il padre di Gabriele Sandri, Giorgio, riferendosi a Spaccarotella. Giorgio è arrivato in tribunale insieme alla moglie Daniela. "La volta precedente - ha aggiunto Giorgio - non si è presentato perché diceva di avere ricevuto minacce da Roma. Oggi perchè si sente assalito dai media". Sempre parlando dell’agente, il padre di Gabriele Sandri ha poi detto: "Sa bene che quello che ha fatto lo ha fatto non perché è inciampato. In noi l’emozione è forte e la rabbia ancora di più". Poi, parlando dell’inchiesta, Giorgio Sandri ha spiegato che "il lavoro fatto dalla procura è quello che rispecchia la realtà dei fatti, al di la della deviazione fantomatica.

Sul proiettile non c’è traccia della rete. Spaccarotella ha sparato in direzione della macchina, eventuali deviazioni significherebbero che anzichè prendere Gabriele poteva anche prendere quello che guidava e ammazzarne 5 invece che uno".

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