Milano Hanno firmato insieme, ma non la pensano esattamente allo stesso modo. Visto da via dellAstronomia, lormai famoso Manifesto in cinque capitoli sembra piuttosto un ultimatum, destinatario il governo. Ma Confcommercio, per bocca del suo presidente Carlo Sangalli, pur condividendo lurgenza di agire a favore della crescita, usa toni ben diversi.
«Subito le risposte oppure lasceremo i tavoli del governo». Così la presidente di Confindustria ha commentato la presentazione del Manifesto firmato insieme a tutte le organizzazioni imprenditoriali, compresa Rete Imprese Italia. Confcommercio ne fa parte: anche voi la pensate così o ritenete che sia una critica eccessiva al governo?
«La presidente Marcegaglia fa le sue valutazioni. Concordo sulla necessità di agire subito, perché lItalia deve reagire tempestivamente ai rischi di avvitamento della spirale perniciosa tra gli effetti depressivi delle robuste e necessarie manovre di correzione dei conti pubblici e lindebolimento del suo potenziale di crescita. È una spirale che va scongiurata agendo per costruire più crescita perché siamo già in stagnazione e la recessione è dietro langolo. Occorre, allora, un cambiamento di passo. Questa è la richiesta di fondo del Progetto delle imprese per lItalia. Fatta senza alcun intendimento di sostituirsi ai compiti di governo, parlamento e politica. Il messaggio è chiaro».
Chiarissimo. E allinterno di questa posizione comune, qual è stato il vostro ruolo?
«Il nostro compito era quello di fare una proposta unitaria anche se questo ha comportato qualche evidente criticità. Insomma, per varare questo documento congiunto la dialettica allinterno dei tavoli è stata vivace ed è inevitabile, dunque, che ci sia stata qualche sbavatura».
Il Progetto è frutto di una mediazione indubbiamente non facile. Quali sono state le criticità allinterno di Rete Impresa prima (quindi con Confesercenti, Confartigianato, Cna e Casartigiani) e nel confronto con le altre associazioni datoriali poi?
«Allinterno di Rete Imprese, nonostante le difficoltà, la ricerca di unità rimane un obiettivo costante. Anzi, ne è la sua missione. Quanto al confronto con le altre associazioni, si sono superate, dopo un serrato confronto, alcune contrapposizioni tra il modello manifatturiero e quello dei servizi. Lobiettivo è stato raggiunto trovando come sintesi la crescita dellItalia nella consapevolezza che la ripresa della nostra economia richiede sì un solido sistema manifatturiero, ma anche un forte e dinamico sistema dei servizi che - ricordo - contribuisce per oltre il 47% al valore aggiunto del Paese e oltre il 40% all'occupazione».
La vostra organizzazione ha più volte lanciato lallarme sul calo dei consumi. Ma non teme che la patrimoniale, sostenuta anche da voi, possa deprimerli ulteriormente?
«Occorre che lintervento sia ben calibrato. E che le risorse reperite stimolino efficacemente crescita e occupazione. Perché vorrei ricordare che lalta pressione fiscale, il peso della burocrazia, laumento dei cosiddetti costi incomprimibili sono da anni il vero problema di famiglie e imprese. Insomma, cifre e modalità meritano certamente un ulteriore lavoro di approfondimento. Evitando di far scattare - come evidenziato nel Progetto - le clausole di salvaguardia della manovra, inclusa quella di agosto, che prevede la possibilità di ulteriori incrementi dellIva».
Nel progetto cè anche la riforma delle pensioni, un tema davvero bollente.
«Con il confronto. Ricordando che la scelta di allungamento delletà lavorativa rispetto allallungamento dellaspettativa di vita ci sembra un percorso non solo obbligato ma anche ragionevole».