Palermo In ospedale era entrato per un intervento serio, all’anca, ma certamente non rischioso. Ora si trova ricoverato in rianimazione in pericolo di vita. Per un clamoroso errore: una trasfusione con gruppo sanguigno sbagliato, alla quale adesso i medici stanno tentando di porre rimedio. Ma finora rimangono gravissime, anche se stazionarie, le condizioni dell’ex vigile del fuoco di sessantotto anni che si trova ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.
L’uomo è stato trasferito ad Agrigento, dopo che al nosocomio Maria Immacolata Longo di Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, gli è stato trasfuso, durante un intervento chirurgico all’anca, sangue di un gruppo diverso dal suo. I medici di Agrigento mantengono riservata la prognosi. «Il paziente è arrivato nella tarda serata di martedì - dice il direttore sanitario dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento Antonello Seminerio - ed era già in coma. Per cercare di salvarlo siamo in contatto con alcuni dei centri specialistici in materia di trasfusioni e cercheremo di ottimizzare al meglio i protocolli terapeutici e le relative terapie».
L’anziano si è sentito male martedì pomeriggio, con brividi e forti dolori, dopo che in mattinata era stato sottoposto a un intervento chirurgico per l’applicazione di una protesi all’anca destra. Proprio durante quell’operazione è stato sottoposto a trasfusione con una sacca di sangue del gruppo A positivo anziché B, che sarebbe arrivata dal laboratorio di ematologia dell’ospedale di San Cataldo. Un fascicolo di inchiesta, al momento a carico di ignoti, è stato aperto dalla magistratura e dall’Asp, l’azienda sanitaria di Caltanissetta. «Abbiamo avviato - dice il direttore generale dell’azienda sanitaria nissena Salvatore Paolo Cantaro - un’indagine interna affidando a due ispettori l’accertamento dei fatti: ne è conseguito l’avvio di un procedimento disciplinare che oltre a consentire una piena tracciabilità degli eventi, dove emergessero responsabilità, procederà con l’applicazione delle sanzioni disciplinari contrattualmente previste». «Da oggi, nelle strutture sanitarie, è stata adottata una nuova linea guida e procedurale - aggiunge Cantaro - per l’identificazione del paziente da sottoporre a trasfusione e di quello da sottoporre ad intervento chirurgico».
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