Dite a Edoardo Sanguineti, il poeta comunista secondo il quale gli eroi di Tienanmen erano solo «Quaranta ragazzetti innamorati del mito occidentale e della Coca Cola», che oggi in Cina la Coca Cola finalmente la vendono, e vendono pure la Pepsi Cola, e vendono pure la China Cola, una schifezza orrenda ovviamente copiata secondo la miglior tradizione locale. Dite a Edoardo Sanguineti che i giovani cinesi finalmente affogano nella Cola Cola, e però le autorità definiscono ancor oggi gli eccidi di Tienanmen come «sommosse controrivoluzionarie», ditegli che ci sono circa duecento persone che a distanza di 18 anni sono ancora incarcerate per quei fatti. Ditegli che molti familiari delle vittime, ancor oggi, subiscono pressioni o vengono periodicamente arrestati, tanto che per spostarsi dalla città debbono ottenere dei permessi speciali. Raccontate a Sanguineti dello studente Fan Zheng, che nel 1989 fu amputato di ambedue le gambe sotto un carroarmato, e che la polizia regolarmente torna a interrogare. Spiegategli che ogni 4 giugno, giorno in cui le famiglie di Tienanmen piangono i loro morti, le loro case sono sorvegliate affinché stiano in silenzio.
Spiegategli che la parola Tienanmen, in Cina, non puoi neppure digitarla nei motori di ricerca: ti arrestano. Dite a Sanguineti, già teorico dell'odio di classe, che la classe in questo caso non c'entra niente, ma qui un pochino lo si odia. Ce l'ha fatta.Il Sanguineti dei vinti
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