Sanità, contro le tasse il gioco delle tre tavolette

Paola Setti

L’idea pare di quelle geniali del tipo: ma come abbiamo fatto a non pensarci prima. Pare li abbia illuminati in volo, mentre viaggiavano alla volta di Roma e del severissimo ministro dell’Economia Tomaso Padoa-Schioppa. Come convincerlo a non aggiungere tasse alle tasse liguri per risanare il disavanzo della sanità? E loro, Claudio Montaldo e Giovanni Battista Piuttaluga gli assessori alla Sanità e al Bilancio della Regione, in disaccordo su quasi tutto su questo si sono stretti la mano compiaciuti: il gioco delle tre tavolette funzionerà.
In realtà, quella sfinge del ministro ha ascoltato ma non s’è pronunciato, quindi toccherà aspettare il prossimo incontro del 22 giugno. Ma la Regione adesso spera. Il gioco del piccolo alchimista funziona così. Fra 2004 e 2005 da risanare ci sono 561 milioni di euro, 317.332 per il primo anno, 244.435 per il secondo. Ma solo il «buco» del 2005 va risanato per forza, pena la stangata fiscale annunciata dal governo. Semplice: basterà spostare tutte le risorse su quest’ultimo, lasciando indietro il 2004. Certo, significherà perdere 180 milioni di liquidità, e cioè di soldi pronti in cassa, del Fondo sanitario nazionale. Epperò si salverà il rating (AA-) assegnato alla Regione, che sarebbe invece messo a rischio da un aumento delle tasse. E poi ecco la terza tavoletta: ieri la Regione ha deciso una emissione di obbligazioni per 200 milioni di euro a un tasso del 4,79 per cento collocando i titoli in Germania, Francia e presso investitori domestici. Trattasi della riaperura di un’emissione di 100 milioni del 2004, che porta l’ammontare complessivo a 300. Per piazza De Ferrari significa recuperare liquidità, non per la spesa corrente, ma certo per gli investimenti.
«Con questa operazione la Regione può beneficiare di una ottima plusvalenza grazie all’ottimo rating acquisito negli ultimi anni - spiega Pittaluga -. L’emissione consentirà di coprire le spese per gli investimenti regionali già effettuati nell’esercizio 2004-2005 per 160 milioni di euro e la quota regionale di cofinanziamento dei programmi comunitari e altri investimenti di cui 40 milioni nel 2006. Non potremo usare queste emissioni per coprire il deficit della Sanità, ma potremo fare investimenti anche nel settore sanitario». La Liguria sta ripianando il deficit della Sanità del 2004 e ha avviato un piano per eliminare quello del 2005. Ha tempo fino alla fine del mese per definire con precisione i punti del suo piano e concordarli con il ministero dell’Economia. La nuova liquidità attraverso le obbligazioni consentirà di liberare risorse nelle poste del bilancio per risanare il deficit 2005 ed evitare l’aumento automatico delle addizionali Irap e Irpef e una modifica in negativo del rating.
E dev’esser stato l’entusiasmo per l’estro contabile ritrovato, a spingere Montaldo a illustrare all’universo sanitario, ieri sera al teatro della Gioventù, «contenuti e metodologia di redazione del piano sanitario regionale 2006-2009», così recita l’invito a direttori generali, amministrativi, sanitari, Asl, aziende ospedaliere, presidenti degli ordini dei medici e mi raccomando «estendete il presente ai direttori di struttura complessa». Giunto per caso nelle mani di Forza Italia, l’invito ha fatto sobbalzare il capogruppo Luigi Morghillo e il consigliere Matteo Rosso: «Come può la giunta presentare pubblicamente un documento che non è ancora stato approvato dalla giunta stessa, non è stato ancora presentato al consiglio e non può essere redatto se non dopo l’approvazione della legge di riordino del sistema sanitario ancora in commissione?». L’invito di Montaldo parla di occasione per illustrare la situazione generale della sanità. «E invece noi consiglieri non abbiamo ancora avuto l’onore di una comunicazione in merito - polemizzano gli azzurri -.

È questa la considerazione della giunta verso il consiglio? Siamo stupiti che i nostri colleghi di maggioranza non abbiano un sussulto di dignità e non condannino questi comportamenti». Dev’esser che Rosso e Morgillo non giocavano al piccolo alchimista.

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