(...) il 30 maggio scorso, in corner sul termine ultimo del 31 per inviare al governo il piano di rientro dei costi, che per il 2003 ci sono 18.072 milioni di euro, per il 2004 317.332, per il 2005 244.435. E che il 2006 sarà peggiore: 324.387 milioni è la previsione. Nel frattempo è fallita lannunciata crociata sulle liste dattesa, e dire che era il cavallo di battaglia della campagna elettorale di Claudio Burlando: nelle 584 strutture sanitarie liguri sono rimaste identiche in 99, diminuite in 152. E sono aumentate in ben 333 fra Asl, ospedali e poliambulatori. Il tutto mentre non si placano le fughe. L«analisi della mobilità passiva» è del 2004: il 10,8 per cento dei liguri va a ricoverarsi in altre Regioni, ed «è costretto a migrare in strutture extra regione» il 36,5 di chi necessita di cure di riabilitazione.
Pazienti in coda. I dati dipingono un anno di giunta Burlando, dal maggio 2005 al marzo 2006. La situazione peggiore è quella di Genova, seguita di buon passo dalla Spezia. Un po meglio, ma solo un po, stanno Savona e Imperia. Ospedali e poliambulatori della Asl genovese hanno visto aumentare di molte decine di unità le liste dattesa, un po dappertutto: oculistica, ortopedia, cardiologia, chirurgia vascolare, urologia. Se meglio, ma non di molto, se la cavano le Asl savonese e imperiese, su un totale di 584 strutture ce ne sono 432, 333 in cui lattesa sè dilungata e 99 in cui è rimasta identica al 2004, nelle quali cè ancora molto da lavorare.
Pazienti in fuga. Scappano soprattutto dalle Asl di Imperia, Chiavari e La Spezia, i malati liguri, ma in generale, per dirla con il documento della Regione sulla mobilità passiva, la Liguria è «ai primi posti per disaffezione dei residenti al proprio servizio sanitario» e così «non ci si può esimere dalla preoccupazione per una sorta di cannibalizzazione della Liguria da parte di Piemonte, Lombardia, Toscana, Emilia», che hanno «tassi di fuga significativamente inferiori» e «capacità attrattive» maggiori.
Tasse ai pazienti. La Regione puntava al recupero di 103 milioni di euro che il Governo deve alla Liguria per il ripiano dei disavanzi degli Irccs, gli istituti di ricerca Ist e Gaslini. Ma ieri il ministero ha detto no: servirebbe un decreto ad hoc, e non ci sono i tempi né la certezza di farlo. Montaldo ha protestato, ma è stato rinviato al 16 giugno, quando dovrà tornare con integrazioni al piano. Sarà dura. Anche perché fra le cose contestate cè la vendita del patrimonio immobiliare delle Asl dalla quale la Regione conta di recuperare 60-70 milioni di euro. Il resto della manovra ligure mira a recuperare 108 milioni dalle tasse già aumentate nel novembre scorso, Irap, Irpef, tassa automobilistica, gas metano, benzina. Altri 37 milioni dovrebbero venire dallintroduzione dei «pacchetti ambulatoriali complessi» che dovranno riorganizzare lofferta sanitaria. E poi i tagli: 47 milioni potrebbero arrivare dal risparmio sul personale, riducendo il tetto di spesa dai 1160 del 2004 ai 1148 del 2006; 9 dal contenimento delle spese per beni e servizi, disposizioni che verranno applicate anche allArpal. La spesa farmaceutica verrà rivista con un risparmio ipotizzato di 5 milioni: fra i provvedimenti, la disposizione che la prima prescrizione di un farmaco sia limitata a una sola confezione per evitare sprechi e che il medico generico rimborsi i farmaci indebitamente prescritti. E poi i posti letto. La Regione ne ha tagliati 163 nel 2005. Ne sopprimerà altri 845: 111 a ponente (Asl 1 e 2, Santa Corona, San Martino), 808 in centro (Asl 3 e 4, San Martino, Villa Scassi, Galliera, Evangelico), 74 a levante (Asl 4 e 5, San Martino). Di questi, 348 saranno riconvertiti per la riabilitazione, 500 per residenzialità ospedaliera di fase post acuta. Dice Montaldo che «con il 2007 inizia una nuova stagione per la Salute».
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