Sanità, il governo manda a pedalare la Liguria

Gli assessori: «Per fortuna siamo in cattiva compagnia di chi è messo peggio di noi»

Paola Setti

Avete voluto la bicicletta? Pedalate. Riassunta fa così, la posizione del governo rispetto alle sei Regioni, fra queste la Liguria, che rischiano la stangata fiscale se non faranno quadrare i conti della Sanità. Il ministro dell’Economia Tomaso Padoa-Schioppa lo ha detto chiaro ai rapresentanti dei governo locali, fra loro gli assessori liguri al Bilancio e alla Sanità Giovanni Battista Pittaluga e Claudio Montaldo: «Se le altre Regioni vanno in bici vuol dire che in bici ci si può andare».
Un’apertura c’è stata: il ministro ha accettato che le Regioni da qui al 30 giugno provino a costruire un patto della salute con il governo, improntato al rigore. Epperò si tratterà comunque di esser convincenti, infatti Padoa-Schioppa non ha fatto promesse: «Vedremo». Per la Liguria, spiegano gli assessori, la fortuna è essere in cattiva compagnia: «Altre Regioni sono messe molto peggio di noi e possono sperare solo in un patto politico per scongiurare nuove tasse. Noi invece possiamo ancora coprire il disavanzo». Adesso, sarà un gruppo tecnico di lavoro fra le sei Regioni a stilare il patto. Parola d’ordine: responsabilità.
La stessa che in mattinata a Genova aveva usato il ministro della Sanità Livia Turco. La quale, pur aprendo uno spiraglio di speranza: «La Liguria ha avviato un’importante azione di risanamento, se la sta cavando bene e le faccio gli auguri», non aveva mancato di sottolineare l’impietosa verità: «Le Regioni devono assumersi le proprie responsabilità, rispettando vincoli di bilancio e attraverso la lotta agli sprechi». Fosse facile. Nel corso del congresso dell’Associazione medici dirigenti (Anaao) a Genova, il ministro ha dato due parole chiave: fiducia e alleanza. «È importante ricostruire la fiducia tra il cittadino e il sistema della sanità pubblica. Se la salute è concepita come investimento, allora la politica deve costruire larghe alleanze. Ci vuole un governo unitario insieme alle Regioni, definendo bene chi fa cosa. È fondamentale inoltre il recupero della funzione nazionale affinché i livelli essenziali di assistenza (Lea) diventino diritti accessibili a tutti. In questo il Governo deve fare la sua parte, ragionando in termini di concertazione della responsabilità». Ma le Regioni dovranno abituarsi ad avere ruoli da protagonista: «Sarà loro compito garantire e gestire le risorse da destinare ai cittadini». Il principio che Turco intende sostenere è che una politica economica sanitaria di rigore non corrisponde necessariamente ai tagli, ma trova negli investimenti una risorsa per combattere gli sprechi. Turco ha ribadito la necessità di sostenere le Regioni meno virtuose in un’azione di «accompagnamento». E ha avvertito: «Penso sia necessario trasformare i piccoli ospedali in presidi che garantiscano ai cittadini le prestazioni di base».
In Liguria intanto non si placano le polemiche. Se Forza Italia accusa la giunta di dare i numeri, viste le verità sempre diverse sul disavanzo della Sanità, i partiti piccoli del centrosinistra la accusano di non darli, visto il mancato confronto di maggioranza. Il capogruppo azzurro Luigi Morgillo condanna il «balletto di cifre»: «Da quando si è insediata, questa giunta mette in circolazione dati sempre diversi, e cosa ancor più grave non ha un metodo omogeneo per trattare i disavanzi». In verità, fa i conti Morgillo, «l tanto sventolato buco di 200 milioni preso a riferimento per mettere le tasse e per stangare i liguri anche in questo caso si riduce a 112 milioni».
E ieri è tornata all’attacco la sinistra radicale ieri è tornata all’attacco. Rifondazione comunista non ha fatto sconti: «Quale piano hanno presentato a Roma gli assessori? Quello che non è stato ancora discusso dalla maggioranza? Noi non voteremo nulla se non saremo d’accordo» ha annunciato il capogruppo Marco Nesci, il quale, fra l’altro, boccia l’idea di dismettere l’ex ospedale psichiatrico di Quarto. Critici anche Comunisti italiani e Verdi. Il Pdci ha scritto ieri una lettera a tutti i gruppi di maggioranza per chiedere una riunione urgente: «Prima di decidere cosa fare voglio vedere le proposte» ha spiegato il capogruppo Tirreno Bianchi.

E anche Udeur-Gente della Liguria potrebbe decidere di aderire alla protesta dei piccoli. Prossima tappa romana il 16 giugno per il tavolo tecnico e il 22 con quello politico della prima conferenza stato regioni. Le dita sono incrociate.

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