Nonostante le rassicurazioni da parte della Regione in merito al ripristino delle attività ambulatoriali nelle strutture convenzionate della Asl Viterbese, le liste dattesa continuano a crescere giorno dopo giorno: più di sei mesi per unecografia. La giunta di centrosinistra alla Regione vuole così penalizzare ulteriormente il territorio dellalto Lazio favorendo inevitabilmente la fuga degli utenti nelle regioni limitrofe dove le liste sono più ragionevolmente compatibili con le necessità dellutenza. Comè possibile continuare a tollerare questi ritardi? Serve unazione congiunta di tutte le autorità viterbesi, di qualsiasi colore politico, per sollecitare, con forza, la Regione e far sì che le convenzioni con le strutture private, che hanno consentito labbattimento delle liste dattesa negli scorsi anni, vengano ripristinate subito. La giunta Marrazzo sa che proprio sulle fasce più deboli, quelle che non possono usufruire privatamente delle prestazioni diagnostiche o specialistiche, si abbatterà la scure dei tagli non su quelli che, nonostante tutto, potranno ancora continuare a pagare di tasca propria queste prestazioni. Come comitato di rappresentanza dei sindaci per la sanità abbiamo fatto riunioni in Prefettura alla presenza delle parti sociali, del direttore generale della Ausl e dei gestori e proprietari delle strutture e tutti siamo stati daccordo nel chiedere il mantenimento dello storico delle prestazioni. In seguito a questi incontri il Prefetto Giacchetti ha scritto alla Regione Lazio ribadendo le priorità dei servizi per il nostro territorio; come comitato di rappresentanza abbiamo incontrato il commissario governativo Morlacco e il nuovo direttore del dipartimento regionale sanità Grippa sostenendo con forza i servizi erogati per la nostra Provincia. Il direttore generale ha adottato una delibera, immediatamente esecutiva, nella quale confermava lo storico degli acquisti prestazione riferiti a tutte le strutture private. A distanza di circa un mese, invece, Grippa ancora non ha fornito nessuna comunicazione. A questo punto cè bisogno di un atto di coraggio da parte della Direzione Generale per abbattere le liste di attesa e offrire servizi al cittadino creando occupazione.
Il senso di disagio di tutti gli operatori del settore è anche dimostrato dal fatto che per la prima volta una suora per difendere i diritti degli utenti è costretta a convocare una conferenza stampa e spiegare le proprie ragione. E pensare che lo slogan di Marrazzo era Una regione di tutti, nessuno escluso. Alla faccia della campagna elettorale.(*)Componente comitato di rappresentanza dei sindaci per la sanità
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