Niente aumento del ticket sugli esami che costano meno di 5 euro, come ad esempio quello del sangue e delle urine. E aumenti bilanciati per gli altri esami: il 30 per cento in più su ogni prestazione, a seconda di quanto costa. Così la Regione Lombardia aggiusta le nuove regole e spalma, come può, gli aumenti di 10 euro imposti dal governo rendendoli di fatto meno pesanti. Dal primo agosto, sulle ricette per gli esami che costano dai 5 ai 10 euro gli aumenti saranno di 1,5 euro e su quelli da 10 a 15 euro ammonteranno a 3 euro. In sostanza, gli unici esami su cui scatterà l’aumento massimo ( di 30 euro) saranno quelli che costano più di 100 euro, come ad esempio la risonanza magnetica. Una ecografia ginecologica invece, che costava 31,65 euro e con il ticket 41,65, da agosto costerà 40,65. «Siamo tenuti per legge a chiedere ai cittadini di versare il ticket spiega il presidente lombardo Roberto Formigoni- perché non farlo pagare sarebbe anti costituzionale » e renderebbe le Regioni «imputabili per danno erariale ». Il Pirellone però è riuscito a trovare una strada alternativa: «Reperire altre forme di compartecipazione che siano equivalenti al saldo complessivo », che per la Regione Lombardia è di 135 milioni annui. In particolare si tratta di «spalmare in maniera diversa l’impatto di questi ticket». Nel prossimo incontro con il governo il presidente lombardo chiederà comunque di abolire gli aumenti rifinanziando le regioni. Intanto, i tempi per cambiare le regoledovrebberoesserestrettissimi: oggi la giunta approverà la delibera. Dopo di che il ministero dell’Economia e della Salute verificheranno «l’equivalenza con la manovra nazionale» e se daranno l’ok il provvedimento «entrerà in vigore dal primo agosto». Cioè fra una decina di giorni. Da adesso fino al 31 luglio però si continueranno a pagare 10 euro per i ticket, due settimane di penalizzazione per i pazienti. Fortunatamente il Pirellone ha tamponato il salasso. Altrimenti in Lombardia sarebbe andato in scena un autentico paradosso: e cioè ci si sarebbe trovati a pagare gliesami meno nelle cliniche private che nelle strutture pubbliche. Ad esempio, un esame del sangue e delle urine (il più comune) sarebbe costato 18,40 euro in un laboratorio privato e 26,35 euro in un ambulatorio pubblico. Il costo dell’ecografia sarebbe arrivato a circa 42 euro in entrambe le strutture e di sicuro la gente avrebbe preferito prendere appuntamento in una realtà privata, senza code e attese. È proprio facendo conti di questo tipo che il Pd in questi giorni è più volte intervenuto per chiedere di abolire gli aumenti sul ticket. Dopo aver verificato i conti si è arrivati a un alleggerimento degli aumenti. «La Lombardia - interviene Sara Valmaggi del Pd regionale - si faccia carico della copertura del costo . In altri casi la Regione aveva provveduto con i ricorsi». Il Pd mette in graticola anche l’assessore alla Sanità Luciano Bresciani e si chiede perché non segua la stessa linea del collega leghista Luca Zaia, presidente del Veneto. «Le risorse- spiega la Valmaggisi potrebbero trovare riducendo gli sprechi sulla carta informatica e sulla gestione dei call center». Anche l’Udc è intervenuto per chiedere «una sospensione immediata» del nuovo ticket.
«Se il diritto in Italia è ancora unitario - precisa Formigoni- le Regioni che si sottraggono al rispetto letterale della legge sono imputabili per danno erariale e l’azione della Guardia di Finanza sarebbe automatica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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