Paola Setti
da Genova
Giovedì si è affacciata minacciosa la scure del governo: i vostri conti sono in rosso, rimediate oppure sarà una stangata fiscale come non ne avete mai viste. Un mese prima, la Regione Liguria proprio non doveva essersene accorta che la Sanità regionale fosse in coma quasi irreversibile, con 561 milioni di euro da risanare. Lo scorso 5 maggio, infatti, la giunta dellex ministro dei Trasporti Claudio Burlando non ha fatto una grinza quando il «Controllo interno» ha proposto di «premiare» tutti i direttori generali, compreso quello alla Sanità Domenico Crupi, per il raggiungimento degli obiettivi. Dice proprio così, la delibera numero 416. Che i responsabili dei dipartimenti regionali meritano di veder aumentato il proprio stipendio «tenuto conto delle capacità manageriali, riguardo allottimizzazione dellimpegno delle risorse umane, finanziarie e strumentali in relazione al raggiungimento degli obiettivi...».
Quella delibera letta oggi fa un certo effetto, allindomani del mea culpa di Burlando allurlo di «ebbene sì, pensavamo fosse risanamento e invece erano conti estivi», quelli che ci hanno portato a varare a novembre una manovra che si è rivelata inutile a giugno. Loro, i premiati, sono in 14. Oltre a Crupi cè anche Giuseppe Profiti (Bilancio), Gabriella Laiolo (capo di Gabinetto del presidente), e il segretario generale Roberto Murgia. Hanno ricevuto un aumento del 23 per cento sulla retribuzione annua fissa. Che significa circa 10mila euro lordi sui 116mila totali. In verità la legge fissa il premio al 25 per cento, «ma è tradizione non dare mai il massimo» spiega lassessore al Bilancio Giovanni Battista Pittaluga, quasi a dire: sì vabbè vi premiamo, ma non abbassate la guardia, si può sempre far meglio. E meglio si poteva fare, altroché. Lo ha ammesso non più di due giorni fa lassessore alla Sanità Claudio Montaldo. Quella delibera non ricorda di averla firmata, ma sul risanamento che poteva essere e non è stato si rigira in nottate in bianco.
Nel maggio 2005, appena insediatasi, la giunta Burlando voleva ripianare in tre modi un disavanzo che stimava in 200 milioni: una manovra fiscale per incassare 80 milioni di euro, la svendita degli immobili per ricavarne altri 65, il taglio ai costi per 56 milioni. Sembra invece che abbia incassato solo i soldi delle tasse: dagli immobili «non è arrivato un euro» per dirla con Montaldo, e al posto del risparmio cè stata una maggiore spesa per 75 milioni. Con un disavanzo che in un anno è lievitato fino a oltre il doppio dei «vecchi» 200 milioni, e che ha indotto il ministero dellEconomia ad annunciare la seconda stangata in un anno. «E dire che ci fidavamo delle capacità di un ex ministro» ironizza adesso il centrodestra ligure mentre chiede dimissioni e commissioni dinchiesta.
Dicono in giunta che è una cattiveria gratuita prendersela con i direttori generali, che «sono solo esecutori della volontà politica». Di fronte al disastro annunciato però, cè chi fa notare che, ecco, i direttori sono tecnici e come tali possono consigliare i politici. E se dissentono possono sempre contestare-dissentire-impugnare e, in extremis, persino sbattere la porta. Certo ci vuole coraggio. Ora bisognerebbe spiegare ai tartassati contribuenti che quei direttori regionali si son meritati una gratifica.
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