Sanità Marrazzo finalmente dimezza le consulenze «d’oro»

E arrivò il giorno del consiglio regionale straordinario sulla sanità. Quello in cui il governatore (nonché commissario ad acta) Piero Marrazzo spara tutte le sue cartucce. E quindi: taglio del 50 per cento delle consulenze nelle Asl, che dovrebbe garantire «un risparmio di circa 30 milioni l’anno; nessun ticket indiscriminato come chiede invece il governo, ma compratecipazioni differenziate per gravità della patologia e reddito, anche grazie a un nuovo sistema Isee per «accertare e certificare realmente i redditi dei cittadini, a partire da un coefficiente familiare»; un nuovo appello allo stesso governo per sbloccare lo sblocco delle risorse, senza il quale «non c’è solo la paralisi del sistema sanitario, ma di tutta la Regione, del sistema delle imprese e degli enti locali»; addirittura «un piano Marshal volto alla realizzazione di nuove strutture del territorio» per far digerire ai cittadini le recenti chiusure di ospedali. Ondeggiando tra proclami e disperazione, Marrazzo ha capito che i tempi stringono: «Siamo di fronte ad un passaggio decisivo e ultimativo - ha spiegato all’Aula Marrazzo -: o si prosegue nella strada del risanamento e dell’equitào rischiamo di perdere tutti». Il termine è domani, 15 novembre, «quando - ha precisato - consegneremo al Governo i provvedimenti approvati in queste ultime settimane dal commissario presidente, per lo sblocco definitivo dei fondi dovuti. Quattro miliardi di euro che rimetteranno in moto la Regione e che sono necessari al funzionamento dell’Istituzione». «Se non arrivano i 4 miliardi dal Governo» il rischio, secondo Marrazzo, è «di mettere in ginocchio la nostra comunità, già provata da crisi industriali gravissime che colpiscono decine di aziende, a partire dall’Alitalia».
Tutte parole che, secondo l’opposizione regionale, servono a mascherare il fallimento della politica sanitaria dell’amministrazione di centrosinistra. «Dopo quanto detto oggi (ieri, ndr) alla Pisana, dal commissario-presidente Marrazzo, non ci resta che piangere», dice Fabio Desideri, vicepresidente della Federazione dei Cristiano popolari e consigliere regionale del Lazio. «Marrazzo - ha aggiunto Desideri - è apparso nervoso, ha tentato di venderci una overdose di retorica, snocciolando numeri senza senso. Ha provato ad affibbiare le colpe dell’attuale situazione alla passata amministrazione. Un film già visto e smentito, a cui non crede più nessuno. Il tutto per coprire la propria debacle dovuta a una cronica povertà di contenuti e all’inconsistenza delle idee. E magari anche per distrarre l’attenzione da un futuro sanitario nero». «La finiscano di parlare di debiti ereditati perché è ormai chiaro anche ai sassi che il debito sanitario è strutturale. Il taglio delle consulenze annunciato dal presidente Marrazzo è invece il presupposto per chiedere l’intervento del governo: sono mesi che lo diciamo e finalmente questa maggioranza di sinistra lo ha condiviso formalmente», dicono Alfredo Pallone e Massimiliano Maselli, rispettivamente capogruppo e consigliere di Forza Italia.

Prima del consiglio il Pdl aveva proposto una piattaforma composta da quattro punti: accreditamenti istituzionali definitivi «da subito», accordi contrattuali con le strutture che rientrano nei criteri, chiarezza sul futuro del personale amministrativo in esubero e un «piano salute popolare snello».

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