Sanità, da primato l’assistenza agli anziani

La «corsa» da sempre è vinta dalle donne. Gli uomini lombardi, però, stanno recuperando terreno: nel 1993 vivevano in media sette anni e mezzo meno delle signore, nel 2000 la differenza si è ridotta a sei. E nel frattempo per entrambi i sessi è aumentata la speranza di vita, per le donne sfiora ormai gli 83 anni. Merito degli stili di vita e soprattutto degli ospedali lombardi, come spiega «Osservasalute 2005», il rapporto dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane dell’università Cattolica. Nella sede romana dell’ateneo è stata presentata ieri la terza edizione dello studio. «La sanità lombarda è di alta qualità - spiega Walter Ricciardi, il docente della Cattolica che ha coordinato i 200 studiosi dell’Osservatorio -. Nonostante l’inquinamento e stili di vita non sempre corretti, nei lombardi sono in calo la mortalità per tumori e malattie del cuore. Il sistema sanitario risponde alle esigenze con un’offerta ampia, l’unica preoccupazione è che riesca a farlo in futuro, visto il grande sforzo economico richiesto».
Alta è l’attenzione per gli anziani. La Lombardia, spiega il rapporto, garantisce cure di riabilitazione al doppio degli over 75 rispetto alla media nazionale. «Questo significa che c’è un buon coordinamento tra strutture e che queste mettono a disposizione molte attrezzature - si spiega -. Un dato molto positivo se pensiamo all’invecchiamento della popolazione».
Come positivi sono la diminuzione dei suicidi, la dotazione di macchinari moderni negli ospedali, le campagne di prevenzione, per il tumore al seno in particolare. La Lombardia ha inoltre una quota di parti cesarei inferiore alla media italiana (la più alta al mondo) e una mortalità infantile in calo. Nei nostri ospedali si praticano più aborti volontari rispetto alla media italiana. E ci si ammala di più di Aids.
Il rapporto si sofferma poi sul consumo di droga nei ragazzi tra 15 e 19 anni. Il dato più preoccupante riguarda i derivati della cannabis, marijuana e hashish: li fuma il 39 per cento dei ragazzi e il 29 per cento delle ragazze, in tutto più di uno su tre. I dati sono di 6 punti percentuali più alti della media nazionale.
Fancesco Auxilia, docente della Statale e responsabile della Lombardia per l’Osservatorio, torna a parlare del rapporto. «Nulla in Lombardia sta peggiorando in modo preoccupante - spiega -. È importante creare una rete tra chi dà i servizi, rete che qui ha raggiunto un buon livello.

La preoccupazione è che si continui a garantire questa qualità in futuro, la Lombardia ha ridotto il deficit attivando tutti gli strumenti possibili, compreso il ticket sui farmaci». «È un po’ come la Francia: ricca e con un’ottima sanità - conclude Ricciardi -. L’importate ora è razionalizzare, che non vuol dire chiudere gli ospedali, ma nemmeno averne più del necessario».

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