Sanità Il primo centro di nanomedicina è made in Lombardia

La Lombardia fa un nuovo passo in avanti nella ricerca scientifica. È nata la fondazione «centro europeo di nanomedicina», frutto di due anni di lavoro promosso e voluto dal presidente della Regione, Roberto Formigoni, in collaborazione con nove centri di ricerca pubblici e privati presenti sul territorio. «Non usiamo il termine “europeo“ a caso - spiega Formigoni - vogliamo diventare la Houston d’Europa». La fondazione sarà in grado di dare risposte concrete ai cittadini sulla cura delle malattie tumorali e cardiovascolari grazie a tecnologie all’avanguardia e strumenti diagnostici e terapeutici di ultima generazione. La Regione ha previsto finanziamenti per 4,5 milioni di euro, ma, come sottolineato da Formigoni e dal neopresidente della fondazione, Adriano De Maio, si aspetta aiuti econonomici da altre associazioni e, non ultimo, dal governo nazionale. «Si tratta anche di un’iniziativa che attrae molti cervelli da tutto il mondo - ha aggiunto il governatore lombardo - italiani e stranieri». Sono già state preannunciate, infatti, le adesioni di alcuni ricercatori di fama mondiale, tra cui Mauro Ferrari, uno dei padri della nanotecnologia a Houston, e Francesco Stellacci. «La nanotecnologia - spiega Umberto Veronesi, direttore della Scuola Europea di Medicina Molecolare, tra i soci della fondazione - non è un’opportunità, ma l’inevitabilità, è il futuro della medicina».
Il nuovo centro, definito da Formigoni «100 per cento made in Lombardia», promuoverà e svolgerà programmi interdisciplinari di ricerca scientifica, con un occhio particolare anche all’alta formazione e al progresso industriale.

L’obiettivo dichiarato dai nove soci fondatori è quello di radunare un centinaio di scienziati dall’Italia e dal mondo. «È una scommessa che riteniamo di poter vincere - ha commentato il presidente De Maio - la formazione italiana si è sempre distinta per la capacità di fare collegamenti, di far convergere le diverse competenze».

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